Nello spot molto dark e altrettanto esilarante, un compassato signore con “notaio” al seguito recapita i cartoni a una serie di ignari clienti. I quali, al momento di tirar fuori il portafoglio, si sentono proporre l’insolita forma di pagamento. “When I die?”. Basta firmare una sorta di lugubre accordo e ai soldi ci si pensa più in là. Parecchio più in là.
Mangi pizza e poi muori
Succede a Wellington, dove Hell Pizza – il cui nome significa letteralmente “pizza dell’inferno”- regala ai clienti più fedeli una promozione speciale destinata non a caso solo a 666 fortunati (il numero di Satana secondo San Giovanni nell’Apocalisse). Il tutto con regolare documentazione testamentaria e senza interessi. D’altronde è tutto in linea con lo stile della casa. Basta guardare il menu, dove la Purgatory è con feta, spinaci freschi, pomodorini semi-secchi, funghi e cipolle, mentre la Pandemonium con pollo, salsa di mirtilli e Camembert.
Il problema del buy now pay later
L’idea un po’ macabra tuttavia non funziona solo a fini pubblicitari ma ha in sé anche un intento polemico nei confronti della pratica sempre più diffusa del “compri ora, paghi dopo”, che secondo Benn Cumming, Ceo di Hell Pizza, costituirebbe un grosso rischio per gli esercenti. “Stiamo assistendo a un numero crescente di persone che utilizzano questi schemi per acquistare beni di prima necessità come il cibo” afferma nel comunicato stampa. “Pensiamo che sia tutto eccessivo, soprattutto se si considera che in Nuova Zelanda il 10,5% dei prestiti risulta non restituito”. Lo stesso Cumming la definisce però una “light-hearted campaign”, una campagna “a cuor leggero” cui si aderisce con un semplice click sul sito. Purché la pizza non arrivi troppo fredda.