Un toast con prosciutto e formaggio, cetriolo a fettine e frutta secca. È lo spuntino pensato dall'americana mamma Jenna per la ricreazione di suo figlio, una scelta che non ha lasciato indifferenti le insegnanti e che in breve tempo è diventata tema di dibattito sui social.
La schiscetta troppo abbondante per la scuola
Sembra che una maestra abbia rimproverato la mamma per aver essere stata troppo generosa con le dosi e aver abbondato un po’. Una schiscetta eccessivamente carica, che potrebbe far ingrassare il figlio: queste le rimostranze dell’insegnante, che hanno portato Jenna a sfogarsi su Facebook per cercare la solidarietà di altre mamme e confrontarsi sulla quantità di cibo scelta per il bambino. “Ho fatto di tutto per preparare un pasto equilibrato e nutriente per mio figlio. Sono confusa. Secondo voi ho esagerato?” ha scritto pubblicando la foto dello spuntino incriminato. Molti utenti hanno dato ragione alla maestra, considerando l’insieme di alimenti in foto più completo che uno spuntino, ma c’è anche chi si è schierato dalla parte della mamma, l’unica a conoscere davvero le esigenze del figlio.
L’educazione alimentare a scuola (e la formazione degli insegnanti)
Non c’è ancora molta chiarezza sull’episodio. Forse la mamma aveva studiato la schiscetta in modo che il bambino potesse distribuire il cibo durante la giornata, o semplicemente aveva assecondato le esigenze del figlio. Non ci sono state repliche da parte dell’insegnante e per il momento ci si può affidare solamente ai commenti trovati in rete. Una cosa, però, è certa: il modo di parlare di cibo, dieta e peso è arrivato da tempo a un punto di svolta. I compiti degli insegnanti sono molti, ma tra questi non c’è il giudizio sull’alimentazione degli studenti, e in qualsiasi caso il dialogo su queste tematiche deve essere aperto, garbato e affrontato a piccoli passi. Siamo ancora lontani dal concetto di body positivity, ma la lotta allo stigma che ruota attorno alle persone grasse può (deve) cominciare dall’infanzia. Quello di Jenna non è un caso isolato, e riporta l’attenzione sulla necessità di un programma di educazione alimentare ben strutturato nelle scuole, ma soprattutto di una formazione sul tema per tutto il corpo docente, per non parlare di allenatori sportivi e più in generale chiunque possa avere a che fare con i pasti di bambini e adolescenti.