Viene prodotto in Umbria il miglior malto pale del mondo. È questo il verdetto emesso dalla giuria della Malt Cup 2024, svoltasi alla fine di febbraio a Davis, California, Usa. La competizione, l'unica al mondo dedicata a questo ingrediente fondamentale per la produzione della birra, ha conferito la medaglia d'oro al malto Pale della Malteria italiana artigianale (Mia), con sede a Gualdo Cattaneo (Perugia), una struttura che è una costola fondamentale della Mastri Birrai Umbri, il birrificio artigianale nato nel 2010 che fa parte del Gruppo Farchioni.
Cos'è il malto?
Il malto, insieme ad acqua, lievito e luppolo, è uno degli ingredienti principali della birra. Perlopiù si utilizza quello d'orzo, ma possono subire il processo di maltazione anche altri cereali. Con il termine maltazione si definisce un processo che ha come scopo quello di attivare gli enzimi naturalmente presenti all'interno del chicco di orzo, che avranno poi il compito di scindere gli zuccheri complessi in zuccheri semplici, più adatti per il processo fermentativo. Senza scendere troppo nei particolari, il processo di maltazione prevede una fase in cui i chicchi vengono bagnati e poi vengono fatti germinare. Questa fase viene bloccata dall'essiccamento: a seconda della temperatura a cui viene sottoposto, il malto avrà colori e caratteristiche organolettiche diversi, che poi verranno ceduti alla birra.
E il malto pale?
Il malto pale è uno di quelli più utilizzati nella birrificazione. È uno dei cosiddetti malti base proprio perché funge da punto di partenza per diverse ricette. Pale significa pallido, e l'aggettivo fa riferimento al suo colore: si tratta di un malto chiaro, di tradizione anglosassone, che nella versione del Mia però sbandiera il tricolore. L'orzo utilizzato per la sua realizzazione infatti viene coltivato e maltato in Umbria. «Presente come base in varia misura soprattutto nelle birre scure prodotte da Mastri Birrai Umbri, è un malto tra i più importanti per l'uso al mondo. È difficile da realizzare: il premio è arrivato perché il nostro malto è molto performante per il mastro birraio, offre un bel profumo e un bell'estratto», dichiara Gian Franco Regnicoli, mastro maltatore della Malteria Artigianale Italiana, che aggiunge: «Non trattandosi di una categoria di nicchia, c'è una grande concorrenza, pertanto questa medaglia rappresenta un risultato eccezionale».
La Malt Cup
La kermesse è promossa dalla Craft Maltsters Guild, un'associazione statunitense di birrai e malterie. Si tratta di una competizione unica nel suo genere, in cui i partecipanti hanno la possibilità di sottoporre il loro lavoro a una giuria di esperti. Quella del 2024 è la sesta edizione e come ogni anno la gara prevede tre fasi. La prima ha a che fare con una valutazione chimico-fisica a cura del Barley, Malt & Brewing Lab dell'Università del Montana; la seconda prevede un'analisi sensoriale effettuata da un panel di esperti (maltatori, birrai, ricercatori, assaggiatori, distillatori). Nella terza e ultima fase vengono sommati i risultati della prima e della seconda e vengono stabiliti i vincitori per ogni categoria.
Il palmares del Mia
In realtà per Mia non si tratta del primo riconoscimento ottenuto nel concorso. Già nell'edizione del 2021 il maltificio umbro si era aggiudicato un argento per il malto extra pils: ad oggi, il Maltificio Aritigianale Italiano rimane l'unico maltificio europeo a essere premiato negli Stati Uniti. «Questo riconoscimento, che arriva dopo quello del 2021 - continua Regnicoli - conferma non soltanto che in Italia possiamo fare malto di ottimo livello, ma pure che la nostra malteria in questi anni ha fatto un ulteriore importante passo verso la qualità».
La birra artigianale in Italia oggi e la filiera
La notizia del premio arriva in un momento particolare per la birra artigianale italiana. Come abbiamo cercato di spiegare in un approfondimento in uscita sul prossimo mensile, il settore in questo momento vive alcune difficoltà legate alla contingenza economica ma anche al fatto che forse non è più così di tendenza come qualche anno fa. Quello che però è altrettanto certo è che il livello qualitativo dei prodotti non è mai stato tanto elevato quanto ora. Anche i progetti legati alla filiera corta, con la produzione in casa degli ingredienti necessari per la birrificazione (malto e luppolo), stanno riscuotendo sempre più interesse e la medaglia vinta da Mia ne è un'ulteriore dimostrazione; chiude Regnicoli: «Il premio accresce il valore di tutta la filiera, completamente umbra: dalla selezione del seme di orzo da birra di alta qualità, alla coltivazione, alla conservazione, fino al tocco dell'artigiano per trasformare l'ingrediente di qualità nella birra amata dai nostri appassionati. Un successo che può essere di stimolo per i nostri colleghi e conferma ai birrifici che lo usano l'affidabilità della nostra malteria».