La donna imprenditrice di moda che ha inventato i Baci Perugina: piccolo viaggio tra i vicoli di Perugia

22 Gen 2025, 12:14 | a cura di
È Luisa Spagnoli a portare il cioccolato a Perugia partendo da un piccolo laboratorio seminterrato fino ad imporre il marchio Perugina in tutto il mondo. È grazie anche al suo intuito se tra qualche mese aprirà la Città del cioccolato nell'ex mercato coperto

L’appuntamento è al centro storico di Perugia, all’angolo tra via dei Cartolari e via Alessi, davanti  all’elegante palazzo Ansidei di Catrano. Parte immediatamente  l’immaginazione sulla vita lussuosa dell’imprenditrice ante-litteram nel settore food e moda: Luisa Spagnoli. Ricca lo è diventata ma partendo  dai sotterranei di quello stesso palazzo, al numero 23. Un anonimo cancello in ferro si apre su una breve rampa sconnessa. Una porta in ferro e vetro  era l’ingresso attraverso il quale gli oltre 50 operai e dirigenti  si ripartivano nei quattro piani sotto il livello stradale ma arriverà ad avere più di cento dipendenti alla fine della Grande Guerra, quasi tutte donne. Benvenuti nella prima fabbrica della  Società Perugina per la fabbricazione dei confetti, chiusa nel 1922 per il trasferimento in locali più spaziosi. Da allora il seminterrato non è più stato affittato. Negli anni nulla è stato modificato, solo pochi visitatori hanno avuto il privilegio di entrare in questo luogo magico. Sembra impossibile.

Oggi possiamo conoscerne la storia umana attraverso un viaggio nel tempo che un breve ma intenso tour propone, un percorso nella vita pubblica e privata di una donna che non accettava imposizioni sociali e morali, dedicando la vita al riscatto dalla povertà e ideando, con la sua genialità e altruismo, il primo welfare aziendale per aiutare le donne lavoratrici e i più fragili. Luisa nasce poverissima proprio nella strada di fronte al laboratorio, in via dei Cartolari 13. Era il 1877. Già da piccola lavorava per aiutare la madre vedova a crescere i fratelli. Ma se cercate una targa commemorativa sul muro del palazzo dove nacque  o sull’ingresso della bottega, meglio rinunciare: quei luoghi tanto importanti per la formazione personale e professionale dell’intraprendente ragazzina, sono assolutamente anonimi.

La storia

Luisa Sargentini sposò a 21 anni il musicista Annibale Spagnoli con il quale ebbe tre figli. Fu un matrimonio d’amore che pose le basi per un sodalizio anche imprenditoriale; insieme rilevarono, nei primi del Novecento, quei sotterranei in via Alessi dove inizialmente preparavano e vendevano confetture e confetti.

Alcune cucine sono ancora intatte, così come i banchi di marmo dove le operaie confezionavano i dolciumi spediti in luoghi sempre più lontani grazie all’ingresso di Giovanni Buitoni nella società che portò capacità amministrative e capitali  per trasformare il laboratorio di confetti in cioccolateria, così come aveva ideato Luisa per aggirare la scarsità di zucchero durante la guerra. Ancora oggi sono visibili alcuni attrezzi e barattoli di latta usati nel Novecento. Qualche utensile è stato riprodotto o portato successivamente ma l’energia che circola tra quei locali umidi e decadenti, tra pezzi di macchinari arrugginiti - all’avanguardia per l’epoca - uffici puntellati e forni anneriti, è palpabile. Sembra di scogere l’elegante donna,  coperta da uno dei suoi scialli di lana d’angora (di sua ideazione), aggirandosi tra i banchi di lavorazione per dare consigli e inventare nuovi prodotti. Proprio tra quelle sale, il gossip storico, narra che circolavano sottobanco, tra Luisa e Giovanni, dei “pizzini” con ordini di servizio divenuti, con la passione crescente, dei veri e propri messaggi d’amore. Quei bigliettini segreti furono  d’ispirazione per le frasi d’amore inserite nei Baci, una delle tante idee geniali partorite dall’imprenditrice. Eppure, il nome dell’ormai popolarissimo cioccolatino, studiato per recuperare gli avanzi della lavorazione delle nocciole, fu un’idea di Giovanni. Al suo lancio infatti, nel 1922, proprio nel primo negozio Perugina sull’elegante corso Vannucci (ora filiale  di un marchio di ottica),  il cioccolatino fu presentato dall'imprenditrice come il Cazzotto ma, su suggerimento  di Buitoni,  diventerà il Bacio Perugina, elegantissimo nel suo iconico involucro argentato.

Il marito intanto aveva lasciato l’attività per un esaurimento nervoso o forse per le voci che circolavano sulla relazione della moglie con il giovane Buitoni. Per quei tempi il tradimento della consorte era inaccettabile, se poi l’amante aveva 14 anni in meno, lo scandalo era assicurato. Nonostante ciò, Luisa e Giovanni portarono avanti la relazione con riservatezza e continuità fino alla morte di lei, impegnati a collezionare un successo dietro l’altro come il Fondente Luisa, la mitica caramella Rossana, la Banana. D'altronde ogni iniziativa che lanciava l'imprenditrice era un successo, come la produzione di capi di lana d'angora, la prima città dei divertimenti, gli asili nido e le mense ma questa è un'altra storia.

Il futuro del cioccolato "perugino"

Curiosando nelle le stanze buie con  i pavimenti sconnessi, tra frammenti di vecchi arredi e forni diroccati, si scorge un passaggio sul retro che porta all’esterno. Da qui entravano le materie prime, da qui uscivano le confezioni che partivano per tutta l’Italia. L’affaccio è sul vecchio mercato di Perugia ormai in disuso. La fabbrica aveva una posizione logistica perfetta fino a quando  Buitoni non avviò il commercio  con l’estero e decisero di trasferirsi nei pressi della stazione ferroviaria di Fontivegge, in un grande stabilimento. All’angolo della strada sul retro troviamo finalmente  una targa in marmo in ricordo dell’imprenditrice morta prematuramente a 58 anni a Parigi per una lunga malattia.  Giovanni fece di tutto per salvarla senza lasciarla mai. Ed è proprio dal retro del primo laboratorio, luogo simbolico che riparte il futuro del cibo degli dèi.

Luisa sarebbe  felice di sapere che la sua lungimiranza  si è evoluta in un indotto turistico-commerciale sul cioccolato che pone Perugia come riferimento assoluto del cioccolato. È recente la notizia che proprio nell'ex mercato coperto aprirà nei prossimi mesi la Città del Cioccolato, un  museo esperienziale di 2.800 mq dedicato al cacao in tutte le declinazioni.  Un’idea sviluppata da Destinazione Cioccolato, come estensione  di Eurochocolate, il festival internazionale del cioccolato che da 30 anni attira nel capoluogo umbro centinaia di migliaia di visitatori da tutte le parti del mondo. Il successo dell'iniziativa è rafforzato dai risultati della campagna di Equity Crowdfunding lanciata su Mamacrowd che chiude con un incasso di un milione di euro da affiancare ai  sei milioni di euro circa stanziati per il mega-progetto. Un eccezionale risultato economico e una forte partecipazione pubblica che conferma l'interesse per il cioccolato made in Perugia, capitale mondiale del cioccolato.

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