Le famiglie italiane soffrono la fame. Il ritratto del Censis
Sono quasi due milioni e mezzo la famiglie italiane che nell'ultimo anno si sono ritrovate senza soldi sufficienti per sfamarsi. È la fotografia di un'Italia che vorremmo fare a meno di vedere. A scattarla il Censis, che segnala un incremento dell'85% - in particolare in Puglia, Campania e Sicilia - delle situazioni disagiate sul fronte alimentare rispetto all'inizio della crisi: ben il 9,2% sul totale delle famiglie del nostro Paese oggi devono considerare il cibo come un problema da scongiurare giorno dopo giorno.
Eppure, dall'altro lato, consola l'aumento della consapevolezza nel valore del nostro patrimonio artistico e l'incremento delle pretese circa qualità e trasparenza alimentare. Ma il problema da affrontare resta quello della redistribuzione delle risorse, proprio nell'anno in cui Expo sottopone all'occhio attento di una lente d'ingrandimento globale lo spettro della fame nel mondo e si propone come paladina della lotta allo spreco.
Le Cene Sospese di Milano. Caritas e Cracco insieme
Sicuramente lodevole l'iniziativa delle Cene Sospese promossa da Caritas, che nei giorni scorsi ha visto esporsi come testimonial e garante dell'operazione Carlo Cracco. Dall'inizio di agosto alla fine di novembre in una trentina di ristoranti milanesi, al momento di pagare il conto, sarà possibile lasciare una donazione in busta (sul modello della celebre tradizione napoletana del caffè sospeso) che confluirà con le altre offerte nelle casse della Caritas Ambrosiana, pronta a riconvertirle in ticket restaurant da 10 euro distribuiti ai più bisognosi (che potranno spenderli in 4mila esercizi della città che accettano i ticket Edenred).
Lotta allo spreco. Le start up virtuose
Ma, in parallelo, è importante non sottovalutare i progetti – che ormai si moltiplicano con velocità esponenziale – finalizzati a ridurre lo spreco delle risorse, incentivando l'interazione tra comunità e la trasformazione degli scarti ancora edibili. Eccone alcuni efficaci esempi che si stanno facendo notare. Viene presentata in queste ore l'iniziativa di Federcongressi per recuperare il cibo in eccesso avanzato in occasione di eventi e banchetti. Food for Good è stato sviluppato in collaborazione con la onlus Banco Alimentare e Equoevento e vuole mettere in rete il maggior numero possibile di aziende promotrici di convegni ed eventi pubblici e privati, così da redistribuire gli “scarti” non consumati alle famiglie più bisognose.
L'idea (che arriva dall'estero) di FoPo Food Powder mira invece alla trasformazione della frutta troppo matura in polvere prima che si deteriori irrimediabilmente. In questo modo il termine di conservazione dell'alimento disidratato si prolunga fino a due anni, mantenendo dal 30% all'80% del valore nutrizionale della frutta fresca, ideale per l'utilizzo in yogurt, gelati o frullati. Finanziato tramite Kickstarter il “cibo in polvere” in tre varianti – lampone, banana e mango – sarà presto sul mercato, disponibile anche per l'acquisto online.
Tutta italiana (veneta) l'idea di Ratatouille, un frigo virtuale da consultare via app per scoprire il cibo condiviso da amici e vicini. Poi c'è Bringthefood, della Fondazione BrunoKessler di Trento, che ha già recuperato 250mila kg di surplus alimentare da mense, ristoranti ed esercizi commerciali. Ideale per l'uso casalingo l'app FrigoOk della Bofrost, che regola con semafori “salvacibo” gli alimenti che troppo spesso dimentichiamo in frigorifero fino alla scadenza.