Spreco alimentare. Dalla legge agli incentivi
Un aiuto contro lo spreco alimentare, purché concreto e fondato sui principi di coerenza, innovatività, effettiva applicabilità. Quindi niente idee che ancora necessitino di atterrare con i piedi per terra, né progetti rivolti esclusivamente alla sensibilizzazione sul tema o alla divulgazione di concetti che, sinceramente, dovrebbero essere ben chiari per tutti. L'emergenza dello spreco di cibo, e la necessità di contrastarlo per vie amministrative e con il supporto integrato pubblico/privato, sono punti all'ordine del giorno in molti Paesi d'Europa e del mondo, soprattutto dove le istituzioni hanno già recepito l'urgenza di correre ai ripari per arginare una piaga dilagante, che viola in un colpo solo i criteri di sostenibilità ambientale, le istanze di solidarietà sociale, la necessità di regalare un futuro migliore alla causa dell'alimentazione globale. In Italia la legge Gadda – una normativa particolarmente all'avanguardia, basata su un sistema premiale, anziché su semplici sanzioni – entrava in vigore il 14 settembre 2016, a testimoniare la volontà di cambiare passo, semplificando, per una volta, l'iter burocratico che imbriglia tanti aspetti della vita di un italiano medio. E proprio per dare seguito a quel sistema premiale sancito nero su bianco nel testo del decreto, il Mipaaf pubblica il bando “per la selezione pubblica nazionale per l'erogazione di contributi per il finanziamento di progetti innovativi, relativi alla ricerca e allo sviluppo tecnologico finalizzati alla limitazione degli sprechi e all'impiego delle eccedenze alimentari”.
Il bando contro lo spreco. Chi può partecipare
Una gara pubblica per la ricerca di progetti all'avanguardia in grado di contrastare lo spreco, che potrà avvalersi di un tesoretto da 500mila euro, per finanziare le idee più convincenti: 50mila euro il tetto massimo per i contributi assegnabili a ciascun candidato. Chi può partecipare? Enti pubblici e università, fondazioni, consorzi e società, anche in forma di cooperativa e imprese individuali; e soggetti iscritti al Servizio Civile. Purché le attività possano dirsi concluse entro l'anno di approvazione del finanziamento e il progetto risponda a richieste specifiche, fissate, a titolo non esaustivo, dall'articolo 3 del bando. Spazio dunque alle iniziative in grado di limitare la produzione di eccedenze o aiutare allo smaltimento delle stesse, migliorando i processi di raccolta agricola o i sistemi distributivi; di grande interesse anche i progetti di sviluppo tecnologico per aumentare la shelf life di un prodotto, che si tratti di intervenire in fase di produzione (con migliorie a prassi e macchinari impiegati) o implementando l'efficienza degli imballaggi, con lo sviluppo di packaging innovativi. E ben accetti anche i software di gestione intelligente di magazzini industriali, o quelli di supporto al recupero delle eccedenze nella ristorazione o a livello domestico. Ma un ampio capitolo è dedicato pure ai progetti di solidarietà sociale: recupero di prodotti di scarto o seconda scelta da destinare ai più bisognosi, redistribuzione dell'invenduto alle fasce meno abbienti, reti di solidarietà che uniscono le forze di produttori, ristoratori, soggetti privati. No alle attività di ricerca e analisi del fenomeno meramente speculative, no alle iniziative di marketing e comunicazione.
Qualità premianti: coinvolgere un'ampia fascia di popolazione, essere applicabili a più prodotti, prevedere una forma di cofinanziamento a carico del vincitore. Le proposte dovranno pervenire presso la sede del Mipaaf entro il 27 luglio 2017, comprensive di articolazione delle spese da sostenere e relazione descrittiva dettagliata del progetto. Una commissione ministeriale si preoccuperà di vagliarle: sono finanziabili solo i candidati che otterranno un punteggio minimo di 60/100.
Il bando consultabile sul sito del Mipaaf
a cura di Livia Montagnoli