Il valore dell’agricoltura
All’indomani dell’annuncio del presidente statunitense Joe Biden, lo scorso marzo, il neo sottosegretario italiano all’agricoltura Gian Marco Centinaio era stato tra i primi a recepire l’idea di dedicare una Giornata Nazionale all’agricoltura anche in Italia, seguendo l’esempio americano. D’ora in avanti, ogni 23 marzo, gli Stati Uniti celebreranno infatti il valore del settore primario con specifico riferimento ai lavoratori impegnati per garantire l’efficienza della filiera agroalimentare. Una decisione che è diretta conseguenza della crisi aperta dalla pandemia, che ha evidenziato, semmai ce ne fosse bisogno, il ruolo centrale del sistema agricolo nel garantire la sicurezza e la salute della collettività attraverso la produzione di cibo, mai venuta meno anche nei mesi più duri dell’emergenza sanitaria. ““Proporrò che anche l’Italia dedichi una sua giornata all’agricoltura, sarebbe un meritato riconoscimento al settore e al suo alto valore sociale, ambientale, economico e sostenibile” sosteneva allora Centinaio, preannunciando il suo impegno “L’agricoltura e gli agricoltori rappresentano un vero e proprio patrimonio del Paese: senza di loro non sarebbe possibile raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile”.
Perché istituire una Giornata Nazionale dell’agricoltura
Qualche mese dopo, il dibattito torna all’ordine del giorno. La proposta viene ripresa dalla Lombardia, regione a forte vocazione rurale, che conta oltre 44mila imprese agricole, per un valore produttivo pari a 7,7 miliardi di euro. A farsi promotore dell’iniziativa è Fabio Rolfi, assessore regionale all'Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, ribadendo innanzitutto il valore sociale del settore primario: “È giunto il momento di attribuire un riconoscimento istituzionale al ruolo dell'agricoltore. La Regione Lombardia sta facendo squadra con il governo su numerose questioni e siamo in prima linea anche per la difesa e la valorizzazione del made in Italy in ambito agroalimentare". Nel frattempo, infatti, il tema approda alla Camera dei Deputati, con la proposta di legge presentata in Commissione Agricoltura dal deputato del M5S Dedalo Pignatone, sotto il titolo di “Disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell’agricoltura contadina”.
La proposta di legge a sostegno dell’agricoltura contadina
Gli obiettivi sono molteplici e intercettano un discorso già aperto anche dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini sull’importanza di dare nuova linfa ai borghi d’Italia spopolati e di recuperare i numerosi immobili rurali condannati all’incuria e al degrado (con l’impegno da parte del Governo a stanziare 650 milioni di euro per il restauro del patrimonio costituito dall’edilizia rurale: casali, rustici, depositi agricoli in disuso). Cosa propone, dunque, il testo della proposta di legge per cui si è appena conclusa la fase emendativa? Di tutelare la cultura contadina e i piccoli agricoltori in quanto custodi di conoscenze e presidio del territorio; e dunque di contrastare e prevenire lo spopolamento delle zone marginali di pianura e periurbane, ma anche delle aree interne e collinari, attraverso il recupero e l’utilizzazione dei terreni agricoli abbandonati e la ricomposizione fondiaria. Istituendo, al contempo, una Giornata Nazionale dell’Agricoltura, che sia “adeguato riconoscimento per l’impegno dei piccoli agricoltori, ancor più rilevante durante la pandemia”, chiarisce il deputato Pignatone, che anticipa anche la volontà di istituire un Registro dedicato e una Rete italiana per catalogare documentazioni e testimonianze sulla cultura e le tradizioni contadine, che afferisca al Ministero dei Beni Culturali. Sotto il profilo burocratico, invece, l’intenzione è quella di “semplificare le norme sulla produzione, la trasformazione e la vendita dei prodotti agroalimentari dei piccoli agricoltori”.
a cura di Livia Montagnoli