Dal 2024, l'Europa potrà contare finalmente su una nuova riforma delle Indicazioni geografiche (Ig). Un vero e proprio testo unico sulle produzioni di qualità, che mette ordine all'interno di un settore chiave dell'agroalimentare europeo, che vanta ben 3.500 Ig per un valore stimato in quasi 80 miliardi di euro, le cui norme finora erano ripartite in tre diversi regolamenti riguardanti vino, spirit e prodotti agricoli.
Parlamento, Consiglio e Commissione europea hanno raggiunto un accordo politico il 24 ottobre scorso. L'intesa è stata siglata dai negoziatori Paolo De Castro (relatore dell'Europarlamento per il nuovo regolamento Ue sui prodotti Dop e Igp), Luis Planas, ministro dell'Agricoltura spagnolo e presidente di turno del Consiglio Agrifish) e Janusz Wojciechowski (commissario per Agricoltura e sviluppo rurale). Per le Dop e Igp si aprono ora nuove opportunità, sia in materia di protezione sia di valorizzazione, con un ruolo più centrale degli enti di tutela.
Iter complicato lungo due anni
L'iter della riforma, tuttavia, non è stato privo di ostacoli e di pesanti incognite, prima tra tutte quella relativa all'ingresso o meno del settore vino nell'impianto complessivo, su cui il governo italiano e lo stesso De Castro avevano puntato i piedi riuscendo a far passare la linea dell'inclusione del settore vitivinicolo, superando i dubbi insistenti dei cugini francesi (spaventati di perdere la specificità del comparto), durante i passaggi in commissione Agricoltura della scorsa primavera (vedi Tre Bicchieri del 20 aprile).
Il testo finale, rispetto a quello proposto due anni fa dalla Commissione, ha subito inevitabilmente notevoli revisioni, soprattutto in materia di protezione dei marchi europei e del conseguente ruolo dell'Euipo, l'ufficio europeo della proprietà intellettuale, che esce ampiamente ridimensionato.
I pilastri della riforma
Le linee essenziali della riforma delle Ig europee prevedono il rafforzamento del ruolo dei Consorzi, la protezione delle Ig, la trasparenza nei confronti dei consumatori, la sostenibilità. In particolare, viene introdotto l'obbligo di indicare sull'etichetta di qualsiasi Dop e Igp il nome del produttore, eliminando un sistema fallace che consente di sfruttare indebitamente la reputazione delle Ig. Una norma, questa, che contribuirà a risolvere e chiudere i casi controversi del Prosek croato e dell'Aceto balsamico sloveno e cipriota: “Le richieste di registrazione di menzioni tradizionali come quella del Prosek non potranno più essere prese inconsiderazione, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp”.
In materia di protezione delle Ig, i prodotti agroalimentari potranno beneficiare della protezione ex-officio anche per quanto riguarda il sistema dei domini internet, grazie a un meccanismo di geo blocking (tecnologia che limita l'accesso ai contenuti web in base alla posizione geografica) che scatterà in modo rapido nei casi di presenza di contenuti illeciti sul web. Novità anche in materia di Dop o Igp utilizzate come ingredienti: in tal caso il trasformatore dovrà informare il Consorzio di tutela sull'utilizzo del prodotto e indicare la percentuale in etichetta. Se lo vorranno, gli Stati membri dell'Ue potranno chiedere l'obbligo di autorizzazione scritta da parte dei Consorzi nei confronti dei trasformatori che intendono usare un ingrediente Dop o Igp, come già avviene in Italia.
Più poteri ai Consorzi
Per gli enti di tutela, in particolare, la riforma delle Ig su cui è stato trovato l'accordo in sede di trilogo, prevede nuovi poteri. Tra questi, la lotta alle pratiche svalorizzanti, una programmazione delle produzioni con piani che possono passare da 3 ai 6 anni e la promozione del turismo enogastronomico basato sulle Indicazioni geografiche, pilastro della Dop economy. Sarà, inoltre, più semplice modificare un disciplinare di produzione e registrare una nuova Ig grazie a una riduzione a sei mesi delle tempistiche (estendibili di ulteriori 5 mesi) tra la richiesta e l'effettiva registrazione.
Per Euipo un ruolo consultivo
Il ruolo dell'Euipo è stato tra quelli più dibattuti durante la discussione sul testo presentato da Bruxelles in una prima fase. La riforma approvata, a tal proposito, sottolinea la centralità della Commissione europea in materia di sviluppo economico del sistema Ig e limita, ridimensionandoli, i compiti dell'Ufficio europeo della proprietà intellettuale che avrà funzioni “consultive e solo su questioni amministrative” come ha voluto sottolineare lo stesso De Castro “mentre l’interlocutore dei produttori resterà la Commissione, consolidando il legame tra i marchi della qualità europea e lo sviluppo delle aree rurali”.
La sostenibilità
La riforma si muove all'interno dei valori della sostenibilità, intesa nelle sue dimensioni sociali, ambientali, economiche e di benessere e salute degli animali. Come spiega Origin Italia, i relativi impegni da rispettare nella produzione saranno concordati dai Consorzi di tutela ed evidenziati in un rapporto di sostenibilità che gli enti di tutela saranno chiamati a elaborare periodicamente.
Il ministro Lollobrigida: “Una vittoria italiana”
Il ministro delle Politiche agricole, Francesco Lollobrigida, esulta per il risultato: “Il nuovo regolamento rappresenta un successo dell'Italia e difenderà le nostre eccellenze dai tentativi di imitazione come nel caso del Prosek e dell'Aceto balsamico”. Cesare Baldrighi, presidente di Origin Italia (che rappresenta il 95% delle produzioni italiane a marchio), parla di nuove importanti opportunità che si aprono per Dop e Igp.
Federvini definisce l'accordo sul testo finale un “risultato fondamentale per garantire la tutela delle eccellenze agroalimentari italiane da imitazioni. Si promuove il lavoro delle filiere italiane”, è il commento della presidente Micaela Pallini.
Con 885 prodotti riconosciuti, l'Italia ha il più alto numero di Ig in Europa e questa riforma “tutela tale primato, che vale quasi 20 miliardi di euro tra agroalimentare e vini”, ha affermato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, ricordando che dalla difesa del sistema delle Ig dipende la lotta al falso Made in Italy che nel mondo rappresenta un business di oltre 120 miliardi di euro. Per Cristiano Fini, presidente di Cia-Agricoltori italiani, va sottolineata l'importanza del pacchetto vino, che “rimane nel regolamento Ocm, salvaguardandone la specificità”.
Caso Prosek chiuso
Non ci possono essere dubbi sugli effetti della riforma delle Ig nella controversia tra Italia e Croazia sul Prosek e sul desiderio di Zagabria di ottenere una menzione tradizionale per lo storico passito fermo e liquoroso, il cui nome appare in chiaro conflitto col Prosecco, Dop europea riconosciuta dal 2009.
Il caso si chiuderà a favore dell'Italia, dal momento che la proposta di regolamento su cui il trilogo ha raggiunto l'intesa vieta la registrazione di menzioni tradizionali che emulano indicazioni geografiche di Stati membri dell'Ue, come ha ricordato Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. Per Stefano Zanette, presidente del Consorzio della Doc Prosecco, il compromesso in sede europea è “quanto di meglio si potesse ottenere in questo momento”.
Tuttavia, se non ci fosse stata “una aprioristica avversione al progetto da parte di alcuni che fino all'ultimo hanno cercato di boicottare l'iter della riforma” ha aggiunto “si sarebbe potuto lavorare maggiormente sul merito e migliorare alcuni contenuti come, ad esempio, la regolamentazione sull'uso delle Ig come ingrediente negli alimenti trasformati preimballati”.
Un mercato da oltre 75 miliardi
Sono oltre 3.500 i prodotti protetti da una delle Indicazioni geografiche dell'Unione europea: denominazione di origine protetta (Dop), indicazione geografica protetta (Igp) o indicazione geografica (Ig). Uno studio del 2019 ha stimato che il mercato dei prodotti Ue con indicazioni geografiche valeva circa 75 miliardi di euro, pari al 7% del valore delle vendite del settore alimentare e delle bevande in Europa. Nello studio, si sottolineava che i prodotti con Ig avevano, in media, un valore di vendita doppio rispetto ai prodotti senza un'etichetta Ig, con un aumento del prezzo più alto nel caso del vino.
Tuttavia, una valutazione pubblicata dalla Commissione nel 2021 evidenziò una serie di problemi, tra cui la durata e la complessità delle procedure di registrazione. E una relazione speciale della Corte dei conti europea criticò i ritardi che spesso allungano di vari anni la durata delle procedure di registrazione delle Ig.
I prossimi step della riforma
Il testo dell’accordo raggiunto tra i negoziatori di Parlamento europeo, Consiglio e Commissione arriverà probabilmente il 30 ottobre sul tavolo del Comitato speciale agricoltura del Consiglio dell'Ue, che dovrà dare il via libera formale con una lettera di conferma. A sua volta, il Parlamento Ue avvierà le formalità per l’approvazione finale, con un voto singolo di approvazione dell’accordo in Commissione Agricoltura, probabilmente il 27-28 novembre prossimi. La plenaria del Parlamento dovrebbe dare il via libera definitivo a inizio 2024, tra gennaio e febbraio.
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