Il sindaco di Bologna fa pace con il New York Times: "Il turismo non deve mangiarsi le città, mettiamo un tetto alle case vacanza"

19 Ago 2024, 15:01 | a cura di
Matteo Lepore, in un’intervista a Repubblica, propone un piano contro l'overtourism. Risponde alle critiche sul sovraffollamento ("Bologna è un mortadellificio", ha scritto il quotidiano statunitense) e promette di tutelare la vivibilità della città

«Il turismo è un fenomeno globale e cercare di arginarlo è sia ideologico che velleitario. Dobbiamo invece includere i cittadini nella gestione di questo flusso, affinché il turismo migliori la vita di tutti e non divori la città stessa». Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha risposto con fermezza alle critiche del New York Times, che accusavano la città di essere travolta dal turismo di massa (ne avevamo parlato qui), definendola vittima della "mortadellizzazione". In un contesto dove l'overtourism rischia di soffocare la vita quotidiana dei residenti e di trasformare i centri storici in un susseguirsi di locali turistici, Lepore ha annunciato in un’intervista su Repubblica un nuovo piano: un percorso partecipativo chiamato “destinazione turistica democratica”, volto a coinvolgere direttamente i cittadini nella gestione dei 14 milioni di euro annui raccolti tramite la tassa di soggiorno. Sottolineando anche l’importanza di difendere l’identità della città e avvertendo sui rischi legati alla speculazione e alle attività illecite.

Overtourism bolognese

Da giorni al centro delle discussioni, soprattutto dopo l'articolo della giornalista Ilaria Maria Sala sul giornale statunitense, Lepore dichiara di aver chiarito sia con il New York Times sia con la giornalista bolognese residente a Hong Kong: «Mi sono scusato per il tono. Ma se ha avuto il merito di mettere in luce quello che stiamo facendo sull’overtourism, da anni, ben venga» ha risposto a Repubblica, raccontando il piano ideato per affrontare la situazione: «In autunno lanceremo un progetto chiamato “destinazione turistica democratica”. Il nostro obiettivo è decidere insieme come spendere i 14 milioni di euro all’anno che raccogliamo attraverso la tassa di soggiorno».

Il punto centrale è quello di aprire un dialogo con i cittadini, una sorta di consultazione pubblica che permetta di trovare soluzioni condivise per gestire l’impatto del turismo, prendendo spunto dall’esperienza olandese: «Non possiamo permettere che Bologna diventi un luogo dove vivere diventa insostenibile per i residenti». L’idea di fondo è che ogni euro incassato dal turismo debba essere reinvestito per rendere la città più vivibile, rinnovando i quartieri con l'obiettivo di fare in modo che siano i cittadini stessi a guidare questo processo, attraverso una collaborazione condivisa.

In difesa delle tradizioni

Un aspetto centrale della gestione turistica è anche la difesa dell'identità cittadina. Bologna è conosciuta in tutto il mondo per la sua gastronomia, ma per Lepore la qualità deve essere il criterio fondamentale. «La mortadella è parte della nostra storia. Se ci sono artigiani che ancora oggi tramandano questa tradizione, dobbiamo sostenerli. Tuttavia, bisogna vigilare perché la qualità non venga compromessa da interessi economici poco trasparenti», ha avvertito. Il rischio che dietro la crescita del settore turistico si celino anche fenomeni di speculazione e attività illecite non viene sottovalutato. «Anche Bologna non è immune a questi fenomeni, come dimostrano recenti indagini della Guardia di Finanza».

La questione abitativa a Bologna

Il sindaco ha anche affrontato il problema della carenza di alloggi a prezzi accessibili, accentuata dalla pressione turistica: con 100mila studenti di cui 60mila residenti in città, Bologna sta affrontando negli ultimi anni una grave crisi abitativa, ulteriormente intensificata dall’overtourism. Per questo motivo, Lepore ha poi discusso sulla necessità di regolamentare il mercato degli affitti brevi, attualmente dominato da piattaforme come Airbnb. Insieme ad altre città italiane, si stanno muovendo per promuovere una legge per restituire ai sindaci il potere di contingentare le licenze delle case vacanze. Il provvedimento mirerebbe a stabilire un tetto massimo per evitare la saturazione del mercato immobiliare.

Ma il vero nodo della questione è il tipo di sviluppo che si vuole per Bologna: «Non è la mortadella il problema, ma il modello di crescita che scegliamo. Dobbiamo guardare oltre l’apparenza e lavorare per un turismo che non sacrifichi la qualità della vita dei residenti», ha concluso. Il sindaco è consapevole delle sfide che attendono la città, ma è convinto che solo attraverso un coinvolgimento attivo dei cittadini si potrà trovare un equilibrio sostenibile tra sviluppo turistico e vivibilità urbana.

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