C’è Charles Leclerc a rubare la scena, e centinaia di tifosi della Ferrari ad assembrarsi davanti allo spazio in via Solferino, a Milano, in cui i giornalisti sono stati convocati per sapere qualcosa di più del progetto LEC. C’è Leclerc a rubare la scena, ma in realtà ci sono molte notizie in questo giovedì milanese. La prima è che il pilota monegasco lancia il suo primo progetto imprenditoriale, un marchio di gelato che porta le sue prime tre lettere, al 50 per cento con il suo procuratore e manager Nicolas Todt. La seconda è che si tratta di un prodotto che, secondo chi lo fa, potrebbe rivoluzionare il mercato. La terza è il ritorno, sulla scena gelatiera italiana, del duo di Grom, Federico Grom e Guido Martinetti, dopo la fine del patto di non concorrenza con Unilever, a cui anni fa hanno ceduto la loro catena di gelaterie nata a Torino nel 2003. Quest'ultima è notevolmente cambiata, il negozio nella centrale via Cernaia, dove era nata, è stato chiuso, così come molte altre gelaterie Grom a Udine, a Treviso, Modena, Mestre, Viareggio e Alessandria. In compenso sono nati banchi frigo nei principali supermercati della penisola. Nel mezzo un passaggio di proprietà: il marchio, infatti, è stato acquistato nel 2015 dalla multinazionale olandese Unilever. Grom e Martinelli insomma ora tornano in campo dopo la prima avventura di successo.
Il gelato di Leclerc: sul divano sognando la F1
LEC, quindi. Un nome scelto, spiega il pilota, “perché quando ho iniziato a guardare la F1 alla tv, sul divano mangiando il gelato, i piloti nelle classifiche in tv avevano solo le prime tre lettere. Io sognavo di essere su una monoposto e alla fine ci sono arrivato e sono diventato Lec, e poi è un nome corto e un gioco di parole che ha un senso”. Quanto al legame con il gelato, è stato facile: “Il gelato mi è sempre piaciuto, dovunque sono c’è sempre un gelato non troppo lontano. Ho incontrato Guido e Federico a un pranzo organizzato da un nostro comune amico, io ho raccontato la mia idea di aprire una gelateria a Montecarlo e loro mi hanno detto: perché non pensiamo più in grande?”. L'idea di un gelato da sportivi, su cui Grom e Martinetti avevano già messo la testa, perfetto per Leclerc: "Per me è importante una dieta equilibrata non solo da un punto di vista fisico ma anche mentale, ci sono sempre più gare, devo essere sempre in forma. E da quando sono in F1 ho dovuto calmarmi un po’ con il gelato”.
Lec, ridotto apporto calorico
Da qui l’idea di un gelato a ridotto apporto calorico che fosse però goloso come gli altri. E’ stato Martinetti a occuparsi dello sviluppo tecnico del prodotto, a capire come fare. “Abbiamo proceduto con dei panel test alla cieca in cui c’eravamo noi, c’era Charles, c’era Nicolas, qualche volte le nostre mogli e fidanzate. Siamo partiti con i migliori prodotti reperiti in tutto il mondo, poi abbiamo sviluppato il nostro gelato. I primi test non sono andati benissimo, poi abbiamo aggiustato il tiro. E alla fine usciamo con un gelato che chiunque lo assaggia ci chiede come è possibile, come abbiamo fatto”.
Cinque gusti
LEC sarà disponibile fin dai prossimi giorni in alcune delle più importanti catene di grande distribuzione italiana, a partire da Esselunga. Si tratta di barattoli da 460 millilitri in cinque gusti: Chocolate Crunch, Vanillove, Salty Carammmel, Swirly Pistachi-oh! e Peanut Caramel Tango. Solo creme, per iniziare, niente gusti alla frutta, “una scelta ideologica – spiega Martinetti – volevamo stupire. E poi per una visione internazionale del prodotto, nel mondo il consumo di gelato alla frutta è davvero ridotto”. Già perché si pensa già alla distribuzione in tutto il mondo, a partire dalla Francia, che sarà il primo mercato estero. E più avanti agli Stati Uniti, dove il consumo di gelato in barattolo è doppio rispetto all’Italia.
Leggero con gusto
Ogni barattolo riporta ben chiaro in etichetta il numero delle calorie non per 100 grammi, come si usa, ma dell’intero barattolo, “a uso del golosone che se lo mangia intero”, scherza Martinetti. Si va dalle 335 calorie di Vanillove alle 399 di Peanut Caramel Tango. “La media dei cinque gusti – spiega Martinetti - è tra il 30 e il 40 per cento più bassa degli altri gelati in vendita nella GDO. Peanut Camel Tango è tra il 50 e il 60 per cento più basso rispetto allo stesso gusto dei competitor”. Certo, c’era il rischio che così il gelato diventasse una sorta di integratore per sportivi. “Noi invece volevamo invece un prodotto che fosse pieno in bocca, gustoso, equilibrato. Insomma, un prodotto innovativo a livello mondiale”.
Che sapore ha il gelato di Leclerc
All'assaggio va detto che è piuttosto buono, non sembra un “diet ice-cream”, anche perché il gusto maggiormente delicato e una minore grassezza sono compensati da una maggiore spinta sugli aspetti tattili, la croccantezza del cacao, la pastosità del caramello, la texture del pistacchio. Il gelato è realizzato da un copacker che segue scrupolosamente i protocolli sviluppati da Martinetti. Le materie prime sono principalmente italiane, “anche se è chiaro che il cacao o la vaniglia noi non li produciamo”. E a proposito della vaniglia, è il gusto preferito di Leclerc, anche se "in questo momento la Ferrari mi ricorda più il Chocolate Crunch, è un momento croccante”.