L’INDIANA JONES DELLE BEVANDE FERMENTATE
La storia ha inizio a Philadelphia, in uno spazio molto speciale del Museo dell’Università della Pennsylvania. Nel laboratorio di archeologia biomolecolare della cucina, delle bevande fermentate e della salute, il professor Patrick McGovern (che lo dirige) è riuscito a ricreare le bevande che si consumavano millenni di anni fa. Le sue pionieristiche ricerche, che si protraggono già dagli anni Ottanta, gli sono valse – non a torto - l’appellativo di Indiana Jones delle bevande fermentate, visti gli straordinari risultati che qualche tempo fa hanno portato alla riproduzione di birre antichissime grazie alla collaborazione con il Dogfish Head Brewery, un famoso birrificio americano.
Ma come risalire alla ricetta di bevande ideate all’inizio della storia dell’uomo? Gran parte del merito spetta alle minuziose indagini chimiche incrociate con i ritrovamenti di suppellettili archeologiche, che passano per l’identificazione dei marcatori delle sostanze naturali ritrovate sui recipienti utilizzati per lo stoccaggio.
CINA, TURCHIA, ITALIA, AMERICA CENTRALE: ECCO COSA SI BEVEVA MILLENNI FA
Tra le prime bevande riprodotte c’è per esempio la Bevanda di Mida, così ribattezzata perché frutto delle analisi su alcuni vasi in bronzo rinvenuti nella cosiddetta tomba di Mida in Turchia: un’insolita combinazione di vino, birra d’orzo e idromele risalente al 700 a.C., oggi trasformata nella Midas Touch in vendita per Dogfish Head.
Dal territorio italiano proviene l’Etrusca, la cui originale ricetta – malto d’orzo, grano cimelio, farina di nocciole e melograno – è stata ricostruita a partire dai ritrovamenti in alcune tombe dell’Italia centrale di 2800 anni fa; ma ci sono anche la Theobroma (cibo degli dei) dell’America Centrale – una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del cacao, come suggerisce lo stesso nome – e la Chateau Jiahu, incredibile scoperta dalla Cina del Paleolitico, una delle prime testimonianze di produzione di bevande fermentate della storia dell’uomo (un miscuglio di miele, birra di riso e uva il cui risultato si avvicina più a un vino che a una birra).
Intanto il professore prosegue con le sue ricerche, convinto che far luce sui gusti del passato possa contribuire a svelare le origini della civiltà.
www.penn.museum/sites/biomoleculararchaeology/