Il boom del food delivery in Italia
Se la frontiera più redditizia della ristorazione nel prossimo futuro diventerà il business del food delivery, come sostengono tanti addetti ai lavori, le prime avvisaglie di questa tendenza sono da ricercare proprio nel registro delle assunzioni, che racconta di una crescita significativa e costante per tutto il comparto delle food start up specializzate nel settore. Deliveroo è l'ultimo caso eclatante del genere: la società specializzata nella consegna di cibo a domicilio è già presente in dodici Paesi d'Europa, ma anche a Singapore, Hong Kong, Australia e negli Emirati Arabi. In Italia, a Milano e più di recente a Roma, l'azienda è operativa da meno di un anno – le prime consegne risalgono al mese di novembre – eppure dichiara una crescita del giro d'affari (e quindi del portafoglio di esercizi commerciali che aderiscono al circuito) esponenziale, anche del 25% a settimana. Il che si traduce nella necessità di aumentare l'organico, rider soprattutto (a Londra ormai se ne reclutano un migliaio alla settimana), dal momento che la fortuna di queste nuove realtà del food delivery la fa proprio la capacità di proporre agli utenti consegne rapide, tracciabili ed efficienti, meglio se associate a cibo di qualità (basta pizze gommose e cinese scadente). Ma le posizioni aperte soddisfano ambizioni ben più remunerative, e, soprattutto, si aggiornano di continuo.
Informatici, addetti marketing, rider. Un lavoro per tutti
Così le opportunità di lavorare nel settore, anche per chi si confronta con la prima esperienza, sono moltissime, tra account manager, addetti al customer service, figure di business development manager, software enginer, marketing manager e via dicendo, chiamati a collaborare gli uni con gli altri per lo sviluppo di un servizio integrato in costante perfezionamento. E non solo in Italia, come dimostra la recente pubblicazione sul sito inglese della società di ben 200 posizioni aperte in tutte le sedi di Deliveroo nel mondo. Per l'Italia il general manager è Matteo Sarzana, anche lui giovane e fiducioso nei prossimi sviluppi del brand, che in parallelo – ma questo vale per tutti i moderni servizi di food delivery – sta facendo da traino a molta ristorazione tradizionale di qualità disabituata a usufruire di un servizio di consegna a domicilio e oggi invece pienamente integrata nel circuito e soddisfatta dei risultati. E infatti anche Foodora, fondazione tedesca ma operativa in diversi Paesi europei tra cui l'Italia, è alla ricerca di nuovi collaboratori e dipendenti e assume una sessantina di profili tra addetti al marketing online, business developer e rider. Discorso valido anche per il colosso Just Eat, che attualmente in Italia ricerca 9 diversi profili.
Cresce il Pil del food
D'altronde il dato cresce di pari passo con l'interesse riservato dagli italiani all'universo del cibo. La conferma è arrivata qualche giorno fa dal Food Industry Monitor, osservatorio deputato a registrare le performance delle aziende italiane dell'agroalimentare, che ha preso in considerazione l'intervallo di tempo tra il 2009 e il 2015. Registrando un incremento del Pil derivato dalla produzione e commercio di food (in particolar modo per distillati, caffè, dolci e pasta) in percentuale decisamente superiore rispetto al dato generale dell'economia nazionale. E così, ancora una volta, il comparto enogastronomico si conferma un asset importante in termini di occupazione, turismo e sviluppo economico.