Si fa un gran parlare delle acquisizioni che negli ultimi mesi stanno portando celebri marchi dell’industria alimentare italiana nelle mani di società straniere e, in particolar modo, colossi del mercato cinese (interessati a investire sul made in Italy di sicuro appeal all’estero: il comparto enogastronomico). Nel frattempo però si registra la voglia di espansione di alcuni grandi protagonisti del settore, che adottano strategie di internazionalizzazione per accrescere il proprio fatturato.
Non è andata a cercare molto lontano Lavazza, che si appresta a concludere (con successo?) la trattativa per l’acquisizione di due noti brand francese del caffè d’Oltralpe: L’Or e Grand’Mère. La conferma, dopo mesi di voci di corridoio, è contenuta in una nota divulgata qualche giorno fa dalla storica azienda torinese, che in caso di buon esito delle trattative si candiderebbe a diventare il più grande gruppo di caffè al mondo, con 7 miliardi di dollari di fatturato annuo.
Sembra infatti che l’offerta di 600 milioni di euro avanzata da Lavazza per indurre alla cessione le due società che detengono i brand francesi – l’americana Mondelez e l’olandese Deb – sia stata accolta positivamente, ma potrebbe essere la Commissione Ue a determinare la decisione finale, in applicazione delle norme Antitrust che impedirebbero la fusione dei due marchi – destinati insieme a detenere il controllo del 60% delle quote di mercato francese - a meno di una rinuncia alle attività di caffè macinato e in capsule. E così Lavazza potrebbe acquisire i marchi, ma non gli stabilimenti di Montpellier e Andriezeu, e anzi incrementerebbe l’attività negli impianti piemontesi.
L’azienda, già operativa sul mercato d’Oltralpe con una propria filiale (Lavazza France) punta a raggiungere un fatturato di due miliardi di euro nei prossimi dieci anni. E diventare così il primo colosso nel mondo del caffè, superando anche gli svizzeri di Nestlè finora leader indiscussi del mercato.