In Toscana è bello perdersi. La densità di luoghi interessanti è talmente alta che dovunque ci si giri c'è qualcosa che incontra il gusto. Panorami, natura, prodotti dell'artigianato locale, vini e cibi, che difficilmente lasciano insoddisfatti, sono sparsi sul territorio e scoprirli per caso ne aumenta il piacere. Ma c'è un rischio. Quello di lasciarsi sfuggire la minuscola realtà, quella che da generazioni porta avanti una tradizione antichissima, che non è segnalata sulla strada e che, magari, era proprio ciò che inconsciamente si stava cercando.Ecco quindi che arriva Artour Toscana. Più che un sito, un progetto lanciato da Artex (Centro per l’Artigianato Artistico della Toscana), che raggruppa oltre trecento realtà, tutte rigorosamente artigianali e le inserisce in percorsi e itinerari completamente modellabili sulle esigenze tanto del turista che vuol veder il massimo possibile, quanto del visitatore occasionale che ha uno scopo ben preciso.
Oltre trecento le segnalazioni raggruppate nel portale, georeferenziate e corredate da schede, foto e video per sapere esattamente cosa si sta andando a vedere, o a comprare, o a bere o mangiare. Tutto sulla storia e le tecniche, sulla provenienza delle arti e delle materie prime, del loro impiego nel corso del tempo e dello sviluppo che hanno subito.
Tutte le informazioni sono anche raccolte in una App, scaricabile gratuitamente dal portale web di riferimento, e che mette a portata di smartphon tutte le indicazioni con gli stessi contenuti. Si passa dalla Rameria Mazzetti di Montepulciano, in Val d'Orcia, la cui storia, che risale al 1800, li ha portati ad essere oggi i fornitori ufficiali di Gualtiero Marchesi, al Pastificio artigiano tradizionale Famiglia Martelli a Lari (Pisa) che produce 4 formati tradizionali utilizzando solo grani duri italiani, un processo produttivo rigoroso, confeziona a mano e rigorosamente con carta gialla, colore che dal 1926 la distingue.“Il nostro obiettivo è quello di sviluppare un turismo culturale completamente diverso, più sensibile alle tradizioni artigianali del territorio, non solo al patrimonio artistico e monumentale”, spiegano gli ideatori nel sito. “Ogni itinerario permette di conoscere i protagonisti del fare, entrare nel vivo del processo creativo, osservare tecniche, conoscere materiali, stili decorativi e assistere ad un’esperienza fuori dal tempo. Comprendere le relazioni che si instaurano tra creatività umana e contesto socio-culturale, correnti artistiche e risorse naturali di una determinata area geografica: anche questo è Artour”.