L’impero biologico di Whole Foods
Sebbene per Whole Foods il 2015 sia stato un anno piuttosto movimentato, la fama della grande catena americana di supermercati specializzata nella vendita di alimenti naturali e prodotti biologici sin dal 1980 non smette di attirare un gran numero di clienti affezionati e consumatori fedeli alla causa dell’organic food. Negli ultimi 35 anni l’azienda texana fondata da John Mackey ha saputo precorrere i tempi, inaugurando un impero alimentare fondato su prodotti naturali, sani e certificati ben prima del boom salutista che oggi sembra tenere in scacco ristoratori, chef e foodies di tutto il mondo. Il risultato di questa lungimiranza imprenditoriale è sotto gli occhi di tutti: tra Stati Uniti, Canada e Regno Unito il brand conta più di 400 punti vendita e continua a crescere.
L’anno gastronomico che verrà
Così mentre chiude l’anno conquistando le prime pagine dei giornali statunitensi – in merito alla multa salata di 500mila dollari che Whole Foods risarcirà per i prezzi gonfiati di qualche mese fa sugli scaffali di New York – l’azienda di Austin chiama a raccolta una squadra di esperti (tra top manager e responsabili degli acquisti) per delineare le principali tendenze di consumo che si affermeranno oltreoceano nel 2016. Orientando inevitabilmente l’offerta di mercato.
Ecco, in dieci punti i fenomeni gastronomici da non sottovalutare per l’anno che verrà, tra insolite incursioni nel passato e una salutare attenzione per le certificazioni, la filiera controllata, l’alimentazione consapevole e la cucina vegetariana.
Il boom dei prodotti vegetali. Quinoa in testa
Nei prossimi dodici mesi, infatti, le preferenze dei consumatori americani si rivolgeranno principalmente ai prodotti di origine vegetale, ben oltre la moda dell’alimentazione vegan. E le possibilità di scelta di moltiplicheranno sugli scaffali dei supermercati e nei menu dei ristoranti specializzati. Qualche esempio concreto? Sarà l’anno della quinoa, ma anche dei formaggi vegetali al latte di mandorla.
No-ogm, pascoli bio e tanta varietà
Chi proprio non volesse rinunciare ai prodotti di origine animale pretenderà un numero maggiore e più approfondito di controlli, prediligendo carne da allevamenti no-ogm; la stessa attenzione sarà riposta nella scelta del latte (e latticini, yogurt, formaggi), biologico e proveniente da pascoli bio, da mucche nutrite esclusivamente con erba, in modo naturale. Ma gli amanti di carne e pesce saranno più esigenti anche nella ricerca di sapori inconsueti e nuove esperienze gastronomiche: ecco perché gli esperti interpellati da Whole Foods prevedono il successo al ristorante di tagli e tipologie di carne e pesce sinora poco conosciuti, spesso a sostegno di stagionalità e sostenibilità ambientale.
Alimenti fermentati, farine alternative e piante antiche
C’è un’esigenza salutistica anche dietro alla preferenza per alimenti fermentati (come il kimchi coreano) e probiotici, ricchi di batteri buoni, che attireranno un target sempre più numeroso e trasversale. Sorte analoga per i cibi disidratati, particolarmente versatili e funzionali per orientare in chiave salutare il segmento degli spuntini fuori pasto. E poi ci sono le farine alternative, da quelle senza glutine alle miscele a base di legumi o frutta secca, alla riscoperta dei grani antichi: una tendenza in ascesa che abbiamo imparato a conoscere da vicino già nell’ultimo anno. La riscoperta di varietà desuete caratterizzerà anche il reparto ortofrutta, indirizzando i consumatori verso il recupero di tuberi, ortaggi e frutti conosciuti da secoli, ma finora trascurati dal mercato.
Dal vino in lattina alla cucina coreana
Mentre tra le curiosità difficilmente esportabili oltre il mercato americano, il 2016 proporrà il vino in lattina, molto apprezzato dai più giovani. Tra le pietanze etniche in pole position invece si segnalano la cucina dell’Estremo Oriente, dalla Corea al Giappone, ma anche la cultura gastronomica mediorientale.
a cura di Livia Montagnoli