Nella cultura napoletana e campana in genere, la pizza era considerata lo street food per eccellenza, così come i panini con le panelle in Sicilia. Ma se questi ultimi sono rimasti per strada, la pizza si è nobilitata e oggi si mangia seduti a tavola. Tranne quella a libretto, ovvero ripiegata su se stessa due volte, che viene ancora venduta dalle pizzerie che hanno, tutte o quasi, un banco con affaccio sulla strada. Tra le pizzerie storiche di Napoli c'è Brandi. È aperta in Salita Sant'Anna di Palazzo 1 dal 1780 e la leggenda le attribuisce l'invenzione della pizza margherita.Nonostante i dibattiti e le polemiche che il Regolamento UE n. 97/2010 della Commissione Europea riportato nella Gazzetta Ufficiale del 5 febbraio 2010 accreditante la denominazione Pizza Napoletana STG nel registro delle specialità tradizionali garantite, punto 3.8 dell’Allegato II non ha dissipato, questo vanto l'ha resa una meta obbligata del turista che visita Napoli, ma anche del curioso e del goloso. Ma la crisi, e il relativo calo dei consumi, ha colpito anche lei. Da qualche giorno a questa parte la gestione ha preso una decisione drastica: chiudere a pranzo. Questa decisione ha portato anche alla messa in mobilità di poco meno della metà dei dipendenti, a 11 su 24 è stata notificata la cassa integrazione. La causa, secondo la proprietà, è da attribuire ad un costante calo della clientela in orario di pranzo e della mancanza di entrate sufficienti a sopperire all'aumento dei costi di gestione. “Siamo costretti a tagliare gli alti costi del personale” si legge nell'intervista che Paolo Pagnani ha rilasciato sulle pagine dell'inserto Napoli de La Repubblica “Non è stato facile comunicare la Cig ai dipendenti, alcuni sono con noi da anni, ma non abbiamo scelta. I costi sono diventati insostenibili, le tasse sono triplicate e spesso in settimana ci siamo ritrovati senza clienti a pranzo”.
Tutto torna se non fosse che la responsabilità non può essere attribuita solo ai clienti, o alla loro mancanza. Il mercato di oggi non è certo magnanimo con chi si trova in difficoltà (lo è mai stato?), tasse e leggi non agevolano e il calo dei consumi è un evidenza. Ma è pur vero che in questa condizione c'è chi si rinnova e si tiene al passo con i tempi. E passeggiando per via dei Tribunali se ne può avere un'idea chiara: una delle strade centrali di Napoli diventa impraticabile da mezzogiorno sino alle due del pomeriggio. Non solo per il numero di passanti che si incrociano mentre passeggiano mangiando una pizza, ma per i capannelli di clienti che si affollano davanti le entrate occupando talvolta tutta la strada. Ci sono, insomma, tante esperienze di cui parla tutto il mondo a Napoli e che fanno il sold out anche a mezzodì: Sorbillo, Pepe, Coccia e altri. Hanno puntato sulla qualità e sulla ricerca e sono stati ripagati. Il vulnus di Brandi, dunque, potrebbe non essere banalmente “la crisi”, ma una impostazione che ha focalizzato le attenzioni eccessivamente sul mercato turistico (minore ricerca, maggiori prezzi, minore attenzione ad alcuni dettagli come il sito internet fermo a molti anni fa) e a Napoli, si sa, per vari motivi negli ultimi anni i turisti sono calati di numero. Comunque, per questa storica azienda, una buona riflessione per ripartire con contenuti riattualizzati.
Pizzeria Brandi | Salita Sant'Anna di Palazzo 1, Napoli | 081 416928 | www.brandi.it