La sfida antispreco
Entrambi hanno contribuito a sdoganare i bicchieroni da passeggio diventati prima un fenomeno di costume e poi entrati nella consuetudine delle grandi città americane. Ora Starbucks e McDonald's fanno fronte comune per arginare lo spreco che proprio a causa della grande diffusione degli iconici bicchieri grab-and-go è diventato un'urgenza all'ordine del giorno. L'inedita partnership, che vede insieme le due catene di ristorazione veloce e caffetteria più potenti del mondo, darà vita a partire dall'inizio di settembre all'associazione The NextGen Cup Consortium and Challenge, che entrambi sottoscriveranno come soci fondatori chiamando a raccolta altre realtà interessate a contrastare lo spreco finanziando nuove soluzioni riciclabili o compostabili, applicata alla produzione delle celebri cup. Non un fulmine a ciel sereno per chi ha seguito le ultime mosse dei due colossi, impegnati da tempo, per proprio conto, a ripensare in chiave sostenibile il packaging dei punti vendita sparsi in giro per il mondo.
I precedenti
Starbucks, per esempio, già nel 2015 ha brevettato la sua earthsleeve hot cup, ottenuta in gran parte da materiali riciclati, con una piccola percentuale di carta, mentre l'estate scorsa ha lanciato un bicchiere speciale che permette di sorbire direttamente il contenuto senza cannuccia (ma solo per bevande fredde). E proprio di recente le caffetterie londinesi del gruppo di Howard Schultz hanno proposto ai clienti un piccolo sovrapprezzo (5 pence) per ogni bibita servita nel bicchiere usa e getta. Il risultato? In tre mesi il numero di persone inclini a portare con sé la propria tazza da casa pur di risparmiare qualcosa è cresciuto in modo significativo, e l'idea è quella di replicare presto su scala nazionale l'esperimento. Anche McDonald's, dal canto suo, annunciava all'inizio del 2018 l'intenzione di ripensare l'intero packaging dei propri fast food all'insegna della sostenibilità entro il 2025: 7 anni per rendere scatole, bicchieri e sacchetti take away biodegradabili e compostabili (attualmente circa la metà delle confezioni sono eco-friendly, e solamente il 10% dei 37mila store sparsi per il mondo mette a disposizione cestini per la raccolta differenziata).
The NetxGen Cup Challenge. In cerca di idee
All'iniziativa NextGen partecipa anche la piattaforma di investimento Closed Loop Partners (che opera a sostegno dell'economia circolare, finanziando progetti sostenibili), depositaria dei primi 5 milioni di dollari a disposizione della sperimentazione; a questi si aggiungono altri 5 milioni di dollari stanziati dalla catena di fast food. Ma in cosa consiste la sfida? Dal primo giorno di settembre, imprenditori, ricercatori, creativi e startup impegnate sul fronte della lotta allo spreco sono invitati a presentare le proprie idee: i progetti vincitori avranno l'opportunità di ricevere fino a 1 milione di dollari in base ai traguardi raggiunti in corso d'opera. Sette di loro – chi meglio degli altri avrà confermato le premesse – potranno accedere al programma di incubazione che per 6 mesi li aiuterà a sviluppare il prodotto su ampia scala. I numeri dell'operazione sono importanti: il progetto NetxGen (che in consiglio direttivo vede coinvolti il WWF, accademici e ricercatori, l'industria della plastica e della carta e amministrazioni cittadine), infatti, dà voce ad anni di ricerche in ambito industriale per cercare di regalare una seconda vita ai 600 miliardi di bicchieri usa e getta in carta e plastica che ogni anno vengono utilizzati (e quindi sprecati) in tutto il mondo. E la strada da percorrere comincia dagli studi pilota sui bicchieri in fibra per bevande calde e fredde, già a buon punto negli Stati Uniti. Più di mille sono le proposte già pervenute da società e singoli interessati a partecipare alla sfida.
Come candidarsi per partecipare alla sfida
a cura di Livia Montagnoli