Vino on line? La Russia dice no. La Duma (il parlamento russo) sta per approvare una legge per bloccare definitivamente l'e-commerce di alcolici e, come sempre, il vino ne sarà ancora l’incolpevole vittima. Tutto nasce dal tentativo di regolamentare il mercato degli spirits, segnatamente della vodka, che ultimamente è stata severamente preso di mira dalle Autorità, nonostante gli introiti delle accise rappresentino la seconda voce del budget Federale.
In realtà una legge in tal senso c’era già, approvata nel 2007, ma i distributori avevano trovato dei modi per aggirarla e vendere comunque in maniera legale.
Tra gli escamotage più utilizzati dai siti di e-commerce l'offerta di vino sotto forma di bonus, attraverso sconti, coupon o come premio legato ad acquisti di altri prodotti. Teniamo presente che al momento la quota delle bevande alcoliche che si distribuisce via internet è del 10%, per un valore di 167 milioni di euro. Ma stavolta i deputati sono intenzionati a chiudere definitivamente qualsiasi tipo di scappatoia legislativa introducendo alcune modifiche alla legge esistente. Viktor Zvegelskii, il vice presidente della Commissione della Duma per la politica economica ha provato a spiegare la loro dura posizione: “Stringendo le maglie legislative vogliamo impedire ai truffatori di aggirare i divieti , tra cui la vendita di alcolici ai minori, durante le ore notturne , la vendita di alcolici al di sotto di un prezzo minimo (attualmente 200 rubli/bottiglia, pari a 4 euro) e, cosa peggiore, la vendita di alcolici non controllati e spesso di scarsa qualità, con grave minaccia per la salute della popolazione”. Il riferimento è soprattutto alla vodka, protagonista di queste violazioni, ma il vino, in quanto compreso nella lista delle bevande alcoliche (a differenza della birra), finirà per pagarne le conseguenze in un momento in cui, nel resto del mondo si moltiplicano le vendite on line.
A cura di Gianguido Breddo, Console Onorario italiano della Regione di Samara ed esperto di vino