Vyta e la rinascita dell’Enoteca di via Frattina
Quando due anni fa interpellavamo Nicolò Marzotto sugli obiettivi futuri del gruppo Vyta - all’epoca identificabile principalmente per la catena di boulangerie delle principali stazioni ferroviarie italiane – l’Enoteca Regionale del Lazio di via Frattina era già nel mirino. Alla fine del 2015, il marchio gettava le basi per l’espansione degli anni a venire, approfondendo il suo legame con Grandi Stazioni da un lato (con la riqualificazione di nuovi spazi a firma Daniela Colli, il piccolino gioiellino di Firenze Santa Maria Novella valga per tutti), uscendo dagli scali ferroviari per indirizzarsi sulla ristorazione fatta e finita dall’altro. L’acquisizione dell’Enoteca votata alla valorizzazione dei prodotti del territorio del Lazio, a pochi passi da piazza di Spagna, è arrivata nel 2016 (in concessione tramite bando regionale), con l’obiettivo di far dimenticare il bilancio ben poco lusinghiero della precedente gestione, “in perdita di 600mila euro l’anno senza pagare l’affitto”, ha rivelato recentemente il presidente Arsial Antonio Rosati. Ma da qualche settimana lo spazio di via Frattina si presenta completamente rinnovato a turisti e romani che curiosano tra bottiglie e tavoli dell’enoteca. L’inaugurazione ufficiale per celebrare il restyling – come sempre a cura di Daniela Colli – è fissata per il 20 e 21 ottobre, quando il menu sarà concertato dai fratelli Serva, in arrivo dalla Trota di Rivodutri (Tre Forchette per una delle eccellenze indiscusse della ristorazione laziale e nazionale), alla presenza di tutti i principali attori vinicoli della regione.
La nuova Enoteca Regionale del Lazio. Il restyling
Ma l’Enoteca di VyTa è già operativa in soft opening sotto la direzione dell’executive chef Dino De Bellis, che già prima della chiusura per lavori aveva assunto la guida della cucina. Alle sue direttive c’è Gianluca Passi, che gestisce un menu declinabile in tutti i momenti della giornata, dal pranzo veloce in stile american bar (ma l’impronta è sempre quella regionale) alla cena che valorizza i prodotti del territorio con una proposta tradizionale e moderna al tempo stesso. Da bere, chiaramente, vini del Lazio, con diverse referenze biologiche. 48 i coperti in sala, 30 nell’area riservata all’enoteca; il bar apre dalle 11, l’aperitivo è servito dalle 17 alle 20, per la cena si va avanti fino alle 22.30.
L’occhio, però, ancor prima che sul menu, cade sulla nuova disposizione degli spazi, il grande bancone in rame rosa e marmo (che richiama il design di Firenze) che domina il piano terra, e al primo piano l’atmosfera più calda del ristorante, tra legno, metallo, cristallo nero e velluti.
La cucina di Dino De Bellis. Il ristorante e gli sfizi
Dalla carta le specialità del Lazio, la ricotta romana Dop, l’aglio rosso di Proceno, le patate viola della Tuscia, il pescato del litorale, il tartufo di Campoli Appennino, che diventano protagonisti nel piatto. In alternativa, dalle 12 alle 20, gli sfizi serviti al bancone: supplì, filetto di baccalà, le tielle di Gaeta, il Club Sandwich nella sua variante locale, con ricotta di bufala campana Dop, prosciutto arrosto, uovo bio, guanciale tostato e pomodoro camone. O il burger con manzo maremmano, guanciale amatriciano, carciofo e pecorino dolce. E poi i panini, dedicati ai capoluoghi di provincia, le scarpette servite con pane caldo, i cicchetti per l’aperitivo in abbinamento ai cocktail classici e creativi. “Con la scelta di affidare la gestione a un privato stimiamo introiti di 400mila euro all’anno, che verranno anche destinati a borse di studio per studenti in agraria e nel settore enologico” chiosa Antonio Rosati. L’auspicio, per il buon nome dell’Enoteca Regionale del Lazio, è che la previsione possa avverarsi.
Enoteca Regionale del Lazio | Roma | via Frattina, 94 | www.vytaenotecalazio.it
a cura di Livia Montagnoli