Il festival
L'Anno del Cibo Italiano, quello che già stiamo vivendo, continua a prendere forma. Promosso all'inizio del 2018dal Mibact di Dario Franceschini per valorizzare la cultura enogastronomica italiana e l'agroalimentare d'eccellenza, ora i contorni dell'iniziativa cominciano a delinearsi con la definizione di un piano d'azione, l'istituzione di un comitato tecnico e l'annuncio del calendario di appuntamenti che scandiranno i prossimi mesi. Fra gli eventi più attesi, la Notte Bianca del Cibo Italiano, in programma il prossimo 4 agosto 2018, con una serie di festival che prenderanno vita lungo tutto lo Stivale, da Nord a Sud, dalle grandi città ai comuni più piccoli, fra feste, degustazioni e tanti assaggi.
L'obiettivo e la dedica ad Artusi
"Un'iniziativa anche in ricordo di Pellegrino Artusi, un grande italiano che ha fatto un pezzo fondamentale della nostra identità grazie alla cultura enogastronomica italiana", spiegava all'inizio dell'anno l'allora ministro del Mipaaf Maurizio Martina. Aggiungendo: "Immaginiamo una grande notte ovunque nel Paese attraverso la quale raccontare la potenza dei nostri territori dal punto di vista enogastronomico, piatti ingredienti menù, esperienze di cultura alimentare che fanno l'Italia con ore notturne dedicate alla conoscenza di un patrimonio inestimabile come quello italiano". Perché, proprio come affermava Mario Soldati in tempi non sospetti, “un popolo lo si conosce se si frequenta le sue cucine”. Per questo, come sottolineava Franceschini, investire nel cibo e nel vino è fondamentale “perché tutti i prodotti agroalimentari e i piatti tipici sono un pezzo della nostra cultura e dei quei luoghi".
Il cibo come risorsa economica
Luoghi dove “lecomunità locali sono orgogliose, perché ognuno di quei piatti è frutto di secoli di saperi e tradizioni, anche per questo sui social lanceremo la possibilità di votare il piatto preferito #ilmiopiattopreferito . Io comincerò votando #suamaestàlasalamadasugo”. Ma non solo: oltre al valore culturale del cibo in Italia, occorre ricordare quello economico, come dichiara Giancarlo Deidda, Vicepresidente di Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi: “Con 41 miliardi di euro di valore aggiunto e un milione di addetti la ristorazione si conferma componente decisiva dell’intera filiera agroalimentare. Se a ciò aggiungiamo che per i turisti stranieri ristoranti e bar sono ai primi posti delle cose che più apprezzano dell’Italia è evidente come la valorizzazione del cibo italiano non può non passare anche e soprattutto per la ristorazione”. Uno strumento, quindi, per fare luce ancora una volta sul ruolo centrale dell'enogastronomia per il nostro Paese, che nelle tradizioni e usanze dei piccoli borghi trova da sempre la chiave di lettura per ricostruire l'identità della cultura italiana.
a cura di Michela Becchi