Il rilancio di piazza del Plebiscito
Qualche mese fa la bellezza di piazza del Plebiscito, salotto bene di Napoli e cerniera tra il lungomare partenopeo e via Toledo, entrava nelle case degli italiani grazie al nuovo spot della Ferrero, che per promuovere i suoi cioccolatini più celebri, conclusa la saga di Ambrogio, sceglieva i luoghi più rappresentativi delle città d'arte della Penisola e del buon vivere all'italiana. E la piazza napoletana, una delle più grandi d'Italia, col suo colonnato che abbraccia lo sguardo a enfatizzare la cupola della basilica di San Francesco di Paola, entrava di diritto nel novero dei panorami urbani più suggestivi di casa nostra. Tanto che il Comune di Napoli, che sul rilancio della città sulla scena del turismo internazionale sta scommettendo da qualche tempo a questa parte con buon riscontro da parte di chi la vive e del pubblico numeroso che arriva per visitarla ogni giorno, sembra finalmente intenzionato a valorizzarla. Come? Con un progetto di riqualificazione che vede collaborare il Comune, l'Agenzia del Demanio e il Fondo edifici di culto, grazie all'accordo siglato solo qualche giorno fa nella sede della Prefettura cittadina. Il recupero degli spazi si concentrerà in particolar modo sui locali affacciati sul colonnato, che presto (entro un paio di settimane) saranno messi a bando perché la piazza torni a essere il salotto di Napoli, secondo un modello che molti hanno paragonato alla Venezia di piazza San Marco dove affacciano locali del calibro del Caffè Quadri degli Alajmo, nel rispetto del decoro e della storia del luogo, ma pur sempre votato al commercio – di qualità – con tavolini affacciati sulla piazza al riparo del colonnato, nuovi locali, bar e botteghe, assegnati secondo pertinenza e valore del progetto.
Bar e botteghe sotto il colonnato
L'obiettivo comune, infatti, è anche quello di valorizzare e promuovere i prodotti del territorio e la cultura gastronomica e artigianale partenopea; dodici gli spazi commerciali da assegnare secondo i requisiti stabiliti dalla Prefettura, che ora si impegna a velocizzare la procedura dopo un'attesa che si è protratta negli ultimi quattro anni, sin da quando, nel 2013, il progetto approdava per la prima volta nei palazzi amministrativi. E ora molti, a Napoli, sperano che l'approdo di nuove attività possa rivelarsi efficace per contrastare la desolazione che affligge la piazza dopo il tramonto, quando solo qualche passante frettoloso si appresta ad attraversarla per raggiungere il lungomare. Al contempo anche gli spazi ipogei accessibili dal colonnato torneranno a vivere grazie all'approntamento di un percorso archeologico nella Napoli sotterranea, con esposizioni interattive, conferenze, mostre e manifestazioni culturali. Un bel traguardo per l'artigianato locale, in primis quello gastronomico, che potrà sperare di accedere in piazza già dalla prossima primavera, quando i primi locali dovrebbero essere pronti per aprire i battenti. All'insegna di una progettazione di qualità che valorizzi l'eccellenza. Banditi quindi bar di dubbio gusto e insegne senz'anima. Ma per averne certezza bisognerà aspettare la pubblicazione del bando.
Il museo del Mare al porto. Con ristorante in terrazza
Intanto anche un altro spazio storico della città è pronto a beneficiare del vento di novità che spira sul Golfo di Napoli. E il progetto di ristrutturazione dei Magazzini Generali del porto partenopeo – un grande complesso di 9000 metri quadri progettato negli anni Quaranta da Marcello Canino che si avvia a diventare il museo del Mare e dell'Emigrazione, sul modello dell'Ellis Island di New York, nell'ambito del rilancio dello scalo marittimo cittadino – comprenderà anche la realizzazione di un polo commerciale con locali e bar affacciati sul mare, oltre all'apertura di una terrazza panoramica sul Golfo, destinata probabilmente a ospitare un ristorante di cucina mediterranea. L'iter progettuale, a cura della Lega Navale, è appena all'inizio. Presto scopriremo cosa sarà.
a cura di Livia Montagnoli