Una perdita del 95%, frutto di anni e anni di pesca a strascico sfrenata, senza una regolamentazione, e neppure buon senso. È questa la condizione delle ostriche nel Regno Unito, molluschi apprezzati in cucina ma soprattutto fondamentali per l'equilibrio degli ecosistemi marini.
La crisi delle ostriche nel Regno Unito
Ostrea edulis è il nome ufficiale del mollusco che è stato quasi spazzato via dalle acque britanniche, un processo graduale che si è accelerato negli anni '60, quando negli allevamenti iniziarono a circolare le ostriche giapponesi, perfette per sopperire alla mancanza di quelle locali nei ristoranti, più grandi e con maggiore rapidità di crescita (seppur meno gustose). Ma gli inglesi ora rivogliono indietro le loro ostriche: il Wild Oysters Project, guidato dalla Zoological Society of London, ha messo a punto un programma di ripopolamento dei mari in collaborazione con la marina di Sua Maestà e diverse università. Come? Fissando delle gabbie piene di ostriche adulte da riproduzione nelle nicchie più riparate delle scogliere.
Il ruolo delle ostriche nei mari
In questo modo, le colonie di ostriche si espanderanno naturalmente, grazie alla costruzione di nuove scogliere fatte di gusci di molluschi e pietre, in fondali a bassa profondità in Inghilterra, Scozia e Galles. L'habitat perfetto che entro i prossimi due anni, garantisce il Wild Oysters Project, ospiterà i primi 141 siti di rispristino. Un progetto ambizioso ma quanto mai necessario, considerando che le ostriche sono preziose per il mantenimento dei giusti livelli di ossigeno nell'acqua: assorbendo azoto nel guscio e nei tessuti, questi molluschi tengono sotto controllo la crescita delle alghe, che altrimenti ridurrebbero di troppo l'ossigeno. Le ostriche adulte, poi, filtrano fino a 190 litri di acqua al giorno, svolgendo un ruolo essenziale per l'ecosistema marino.