L'emergenza alimentare. Come arginarla
Da un paio di mesi a questa parte la Francia è il primo Paese europeo ad essersi dotato di una legge che limita lo spreco alimentare, regolando lo smistamento delle eccedenze della gdo e tutelando quella filiera del recupero che sembra essere il mezzo più potente per arginare l'emergenza fame e salvaguardare al tempo stesso il pianeta, con un'accorta gestione sostenibile delle risorse. Una sensibilizzazione in atto in tante realtà d'Europa e del mondo, che passa per l'impegno convinto della ristorazione che conta durante Expo o attraverso l'apertura del primo supermercato di sole eccedenze in Danimarca. E se da settimane l'esempio concreto della Francia è diventato un modello da invocare per indicare la strada da percorrere nel futuro prossimo, ecco che il dibattito arriva anche sugli spalti di Montecitorio, dove in queste ora si discute la proposta di legge antispreco presentata (poco meno di un anno fa) dalla deputata Pd Maria Chiara Gadda con il sostegno di diverse associazioni impegnate sul campo.
La proposta di legge. L'importante è donare
L'iter legislativo prevede una prima votazione in Parlamento - dove il fronte del sì dovrebbe godere di un sostegno bipartisan già manifestato in Commissione Affari Sociali - nei prossimi giorni, poi la proposta arriverà in Senato per l'approvazione definitiva. Nel caso italiano l'obiettivo principale è semplificare la burocrazia che regola le procedure di raccolta e la donazione di cibo (e farmaci), così da favorire il recupero delle eccedenze e lo smistamento da parte delle associazioni di volontariato. Poi c'è il capitolo incentivi, che anche in questo caso – come introdotto in materia di politiche agricole dal ministro Martina – sembra essere lo strumento su cui la legge antispreco dovrebbe fare più affidamento per agire in modo efficace. Così mentre la legge francese punta sulla penalizzazione, con l'introduzione di nuovi reati e l'applicazione di relative sanzioni in caso di violazione delle procedure di smaltimento e riciclo del surplus alimentare nella filiera della distribuzione (obbligando di fatto i supermercati a donare), in Italia le attività produttive e commerciali che sceglieranno di contribuire alla causa potranno usufruire di uno sconto sulla tassa dei rifiuti proporzionale al cibo donato. Ma tutto il pacchetto di legge sarà indirizzato proprio a mettere in risalto il concetto di donazione.
Basta burocrazia. Riciclare è facile. Con gli incentivi
Come? Imprese, ristoranti o aziende virtuose potranno donare le eccedenze senza dichiarazione preventiva (come nel sistema vigente), limitandosi invece a compilare un consuntivo alla fine di ogni mese, presentando scontrini o documenti di trasporto, con il riepilogo delle donazioni che garantisce la tracciabilità delle derrate. I privati cittadini invece saranno invitati a prendere consapevolezza della necessità di considerare il cibo in eccedenza risorsa e non rifiuto, come sottolinea un passaggio importante del testo, dove si ribadisce la differenza tra termine minimo di conservazione e data di scadenza: ecco perché la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” non sancisce la morte di un alimento. Fermo restando le garanzie in termini di sicurezza alimentare (a supporto c'è anche un Manuale per corrette prassi operative per le associazioni caritative di Caritas e Fondazione Banco Alimentare), prerogativa anch'essa regolata dal nuovo testo di legge, come la disciplina fiscale, per scongiurare forme di mercato nero. Alla riforma di legge partecipano attivamente tutte le forze di governo: il Ministero dell'Agricoltura stanzierà un fondo da 1 milione di euro per tre anni per finanziare progetti che innovano nel campo del packaging antispreco, mentre il Ministero dell'Ambiente finanzierà con una cifra equivalente l'uso di family e doggy bag nei ristoranti. Alla televisione pubblica, invece, è affidata la divulgazione dei corretti comportamenti antispreco, attraverso un numero adeguato di ore di trasmissioni in merito. Il traguardo da raggiungere, fanno sapere dal Mipaaf, è quello di recuperare entro il 2016 1 milione di tonnellate di eccedenze alimentari prodotte dalla filiera distributiva (il doppio rispetto a oggi).
a cura di Livia Montagnoli