Da Rosso a Prada, come cambia la Galleria
Gli ultimi mesi della Galleria Vittorio Emanuele di Milano sono stati segnati dagli investimenti della Fondazione Prada, che non paga di aver portato nel salotto storico del capoluogo meneghino uno dei più riusciti esempi di pasticceria contemporanea (con l'apertura alla fine dell'estate di una nuova, elegante sede della Pasticceria Marchesi), il prossimo 21 dicembre inaugurerà un nuovo spazio espositivo dedicato alla fotografia e ai linguaggi visivi, assecondando le prerogative del bando di concessione comunale. Non solo locali commerciali, dunque, ma anche spazi destinati a servizi di pubblica utilità e operazioni culturali, come gli 800 metri quadri distribuiti tra il quinto e il sesto piano dell'Ottagono che tutta la città attende di scoprire. E del resto Prada in Galleria è una presenza storica: le prime vetrine della maison inauguravano nel lontano 1913. Nel frattempo il Salotto meneghino di epoche ne ha attraversate tante, e oggi rivive grazie all'iniziativa di imprenditori illuminati (come “il signore dei piani alti” Alessandro Rosso) e all'incentivo di Palazzo Marino, che sembra avere tutto l'interesse a valorizzare lo spirito storico e commerciale dell'area. Per contro è storia degli ultimi mesi l'annosa questione del rinnovo contratti di attività storiche come Savini, che entra nel merito delle nuove assegnazioni da sancire con l'arrivo del 2017 per dare seguito alle scadenze di fine anno. Secondo quanto disposto dal Comune, infatti, gli spazi in scadenza dovranno necessariamente essere destinati a bar e ristorazione e considerato il pregio delle vetrine è esclusa la possibilità di aprire fast food, take away, attività di sola pizzeria o bar. Più complesso stabilire criteri di aggiudicazione univoci, che rischiano di dover tenere in conto il diritto di prelazione delle attività uscenti, più che motivate ad avanzare ricorso se se deciderà di procedere privilegiando il miglior offerente.
I nuovi bandi di ristorazione in Galleria
Quel che è certo, previa consulta dell'Anac, è che le gare per l'assegnazione degli spazi finora occupati dalla Locanda del Gatto Rosso e dal Salotto saranno bandite entro il 31 dicembre e, per ora, si ragionerà “sull'offerta economicamente più vantaggiosa”, fatti salvi criteri tecnici (che peseranno al 60%) come l'apertura al pubblico anche nei giorni festivi e nelle ore serali e la destinazione d'uso legata alla ristorazione, per mantenere intatto il mix merceologico che finora ha caratterizzato l'insieme degli spazi commerciali in Galleria: “La Galleria è un simbolo per Milano e tale vuole rimanere ampliando la propria capacità di accoglienza e di ristoro durante l’arco della giornata – ha ribadito l'assessore al Bilancio e al Demanio Roberto Tasca- Le linee guida adottate costituiscono un importante presupposto per proseguire l’opera di valorizzazione in modo equilibrato, combinando l’interesse pubblico e l’iniziativa privata”. Spazio dunque, tra le proteste degli uscenti, a nuove attività, secondo il principio della libera concorrenza sancito dalla pronuncia dell'Anac.
Aspettando Cracco
E largo agli imprenditori che ambiscono a conquistare un posto privilegiato in uno degli spazi più ambiti della città. A tal proposito si pensi all'arrivo di Carlo Cracco in Galleria, che finalmente dovrebbe concretizzarsi entro l'estate 2017, con il trasloco dell'insegna di via Victor Hugo nell'ex spazio Mercedes, dove sorgeranno un caffè bistrot, il ristorante gourmet e uno spazio espositivo, i lavori fervono anche in questi giorni scintillanti di Natale: martelli pneumatici a gogo. In Galleria nessuno sembra più temere le novità.
a cura di Livia Montagnoli