La Francia vieta il "meat sounding" sui prodotti vegetariani. Vince la lobby dei produttori di carne

28 Feb 2024, 17:30 | a cura di
Il decreto del governo francese che vieta il "meat sounding" per prodotti di origine vegetale risponde a un reclamo di lunga data dell'industria della carne, secondo cui termini come "prosciutto vegetariano" confondono i consumatori. Sulla stessa linea l'Italia con la legge sulla carne coltivata

Anche in Francia, come in Italia (l'articolo 3 della legge sulla carne coltivata è dedicato al "meat sounding"), niente più "salsicce vegane" perché il consumatore potrebbe essere tratto in inganno dalla fuorviante dicitura. A metterlo nero su bianco, dopo mesi di diatribe e di scontri con la comunità veg, è stato il governo francese con un decreto che impedisce l'uso di termini solitamente riferiti alla carne sull'etichetta dei alimenti vegetariani. La normativa è una risposta a un reclamo di lunga data da parte dell'industria della carne, secondo cui termini come "prosciutto vegetariano" o "salsiccia vegana" confondono i consumatori. Si basa su una legge del 2020 la cui applicazione è stata temporaneamente sospesa dal Consiglio di Stato nel giugno 2022 dopo un reclamo di Proteines France, un consorzio di aziende francesi che vendono alimenti a base vegetale e che hanno di nuovo annunciato battaglia legale.

Il provvedimento nel dettaglio

Il decreto stabilisce che è vietato utilizzare, per descrivere, commercializzare o promuovere un prodotto trasformato contenente proteine vegetali, quanto segue: una denominazione legale per la quale le norme che definiscono la composizione del prodotto alimentare in questione non prevedono l'aggiunta di proteine vegetali, una denominazione che si riferisce a nomi di specie o gruppi di specie animali o alla morfologia o all'anatomia animale, o una denominazione contenente termini come: filetto, costata, bistecca, prosciutto, macellaio, alla griglia e molti altri, per un totale di 21 termini proibiti. Le persone che violano la legge sull'etichettatura possono essere multate fino a 1.500 euro, che salgono a 7.500 euro per le aziende. Il decreto prevede che i produttori abbiano un anno di tempo per vendere le scorte esistenti prima che vengano applicate le sanzioni.

Le eccezioni previste dalla norma

Secondo il decreto rivisto e pubblicato martedì scorso, alcuni prodotti che contengono una piccola quantità di contenuto vegetale possono continuare a utilizzare nomi di carne, come salsiccia merguez, pancetta o cordon bleu. Inoltre il nome di un prodotto alimentare di origine animale può essere utilizzato anche per descrivere aromi o ingredienti alimentari con proprietà aromatizzanti utilizzati nei prodotti alimentari (via libera quindi al "sapore di bacon"). A questo nonsense normativo si aggiunge un fatto surreale, che rischia di porre il decreto in contrasto con la normativa europea: i produttori di alimenti vegetariani di altri Paesi dell'Unione Europea potranno continuare a vendere in Francia i loro prodotti con nomi di carne. Proteins France, associazione che si batte per la promozione e l'uso di proteine vegetali, ha sostenuto che la legge francese è in contrasto con le norme alimentari dell'UE e prevede di fare ricorsi in tal senso.

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