La Giornata Mondiale dell’Alimentazione contro lo spreco
Il prossimo 16 ottobre si celebrerà la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, che quest’anno arriva a pochi giorni dall’assegnazione del premio Nobel per la Pace al World Food Programme dell’Onu. Il nesso che lega la ricorrenza all’agenzia impegnata per debellare la fame nel mondo – cui oggi, più di quanto mai accaduto finora, viene riconosciuto un ruolo politico di alto valore umanitario – si chiama Fao: dall’Organizzazione con sede a Roma dipende il WFP, e la Giornata del 16 ottobre, inno alla sicurezza alimentare, è storicamente il compleanno della Fao, che in questa data celebra dal 1945 la sua fondazione. E quando si parla di sicurezza alimentare, oggi, la priorità è combattere lo spreco alimentare: con 820 milioni di persone affamate – e il trend è crescente - sprecare cibo è una pratica che dev’essere debellata. Eliminarlo, spiega la Fao, servirebbe a coprire i 3/5 del fabbisogno alimentare previsto entro il 2050. E se è vero che il 14% della produzione alimentare globale va sprecata ancor prima di arrivare al consumatore finale, nelle fasi della filiera comprese tra il raccolto e la vendita al dettaglio, è il contributo dei singoli che può fare la differenza.
WWF Food Week. Cosa sono le diete amiche del Pianeta
Per sensibilizzare tutti sul tema, in questi giorni, il WWF ha attivato una Food Week che culminerà nella giornata dal 16 ottobre, e introduce un ulteriore elemento di urgenza nella pianificazione futura del sistema alimentare globale. Lo spreco di cibo e i comportamenti che portano allo scarto intenzionale di prodotti commestibili (da parte di chi orienta la distribuzione, come di chi consuma), infatti, non solo inficiano la sicurezza alimentare, ma pesano anche sulla salute del Pianeta – in termini di impoverimento delle risorse naturali e perdita della biodiversità – e sulle economie locali. Dunque nella sua settimana di sensibilizzazione alimentare il WWF promuove un Menu4Planet, indicando le sette parole chiave da adottare per praticare un’alimentazione sostenibile: locale (privilegiare prodotti locali e di stagione, e la Food Week 2020 è dedicata proprio ai produttori locali e alle piccole realtà che si sono rivelate preziose durante il lockdown), vegetale (mangiare più cereali, legumi, ortaggi e frutta che carne), bio (prediligere prodotti provenienti da agricoltura biologica), responsabile (scegliere il pesce giusto, consumando pesce adulto e specie meno conosciute), sano (mangiare cibi sani e nutrienti e ridurre al minimo gli alimenti eccessivamente trasformati), vario (diversificare la dieta), antispreco (ridurre gli sprechi, mangiando tutto ciò che si acquista).
Più sano è anche più responsabile per il Pianeta
Il monito del WWF, però, si indirizza ancor prima alle istituzioni politiche, col rapporto che mostra l’impatto dei regimi alimentari e delle scelte di consumo di 147 Paesi sulla salute del Pianeta, e quindi anche dell’uomo. È essenziale, spiega il rapporto dedicato al “potere delle diete amiche del Pianeta”, innovare i modelli di produzione, mantenere la biodiversità, diminuire l’impatto sul clima e razionalizzare i consumi idrici. Questo, nel processo di sviluppo di politiche di sostegno all’agricoltura del futuro, significa potenziare l’agricoltura conservativa, quella rigenerativa e l’agroforestazione. Il modo in cui ci alimentiamo oggi, invece, secondo l’indagine del WWF ha causato la perdita del 70% della biodiversità terrestre e del 50% di quella d’acqua dolce (al tema della biodiversità anche noi abbiamo dedicato un’inchiesta sul numero di settembre del Gambero Rosso). Perché tutti si sentano coinvolti, l’ente ha anche messo a disposizione un calcolatore online per identificare i comportamenti corretti che ognuno di noi può applicare a tavola per osservare una dieta più rispettosa del Pianeta (planetbaseddiets.panda.org è il sito di riferimento, disponibile in inglese e spagnolo). Mangiare, e scegliere responsabilmente come farlo, quindi, non è solo un atto politico, ma anche un gesto ecologico: “Ognuno di noi può incidere in maniera positiva o negativa sulla propria salute e allo stesso tempo su quella dell’ambiente a seconda di cosa sceglie di mettere in tavola”.
a cura di Livia Montagnoli