Il pane in Sardegna
Parlare di panificazione, in Sardegna, significa risalire a tecniche di lavorazione molto antiche, indagare tra etimologie che rivelano il fascino di una materia legata a tradizioni popolari, feste religiose e usanze votive, ricostruire il legame tra la creatività artigiana e la produzione cerealicola dei diversi territori regionali. Nella regione storica del Parteòlla, nella Sardegna Sud Orientale del Basso Campidano, la sagra del pane si celebra a Barrali, con una festa di piazza estiva che propone la degustazione di pani coccoi e civraxiu.
Ma è Dolianova, da un paio d’anni a questa parte, ad aver raccolto la sfida di evocare una tradizione tanto antica e affascinante attraverso una Festa del pane che è soprattutto confronto e divulgazione, con l’obiettivo di raccontare la complessità di una produzione che i più, fuori dall’isola, riconducono principalmente al carasau. Invece, come dicevamo, quando si parla di pane sardo non è azzardato fare riferimento a decine di variazioni sul tema e molteplici lavorazioni artigianali, la cui memoria è custodita nei musei del pane disseminati in varie località dell’isola.
La Festa del Pane di Dolianova
A Dolianova, centro di produzione agricola del Basso Campidano, si fanno carico della celebrazione dell’arte della panificazione locale un gruppo di artigiani e commercianti riuniti per far vivere la tradizione nel presente, con il contributo di realtà associative culturali del territorio. Così, la giovanissima festa del pane, nata appena un anno fa, prende forma anche quest’anno, pur in veste di talk digitale, trasmesso in live streaming il 19 e 20 dicembre. Gerardo Ferrara condurrà la “trasmissione”, diviso tra gli ospiti collegati online – maestri panificatori locali, ma anche nomi del settore conosciuti in tutta Italia – e il racconto sul campo, a passeggio per le vie del paese in cerca delle origini di una tradizione ancora tramandata oralmente, di donna in donna, nelle case (“La mia prima accademia l’ho frequentata con le donne che facevano il pane a casa mia. Era bellissimo”, diceva a tal proposito l’artista sarda Maria Lai). Protagonista, dunque, sarà il pane di comunità, raccontato grazie alla partecipazione di quattro forni locali (Panificio Ibba, Panificio Martis, Panificio Lai e Panificio Sois), per scoprire come a partire dalle origini si sono evoluti gli strumenti e le tecniche di panificazione. Le due giornate, infatti, concentreranno lo streaming dalle 12 alle 13, offrendo in tutto due ore di approfondimento sul tema, divise tra le mani in pasta dei laboratori live, in diretta dai forni di Dolianova, e i talk con gli ospiti.
I protagonisti
Partecipano alle conversazioni l’azienda agricola Sa Laurera, punto di riferimento sull’isola per la riscoperta della biodiversità cerealicola; il progetto Mulinu, centrato sulla ripresa della coltivazione del grano nel Barbaricino; il Panificio Calabrò di Sant’Antioco, con Elena Cherri, giovane imprenditrice che ha modernizzato una tradizione familiare che vanta un secolo di storia; Stefano Pibi, punto di riferimento della panificazione sarda contemporanea e artigiano apprezzato in tutta Italia, e Carlo De Fraia, del forno Madriga, entrambi di base a Cagliari. Con questo gruppo di realtà d’eccellenza dell’isola dialogheranno a distanza Eugenio Pol e Davide Longoni. Qui il programma delle due giornate da seguire in streaming sulle piattaforme social della manifestazione:
19 Dicembre 12.00 – 13.00
Il chicco e le farine
Laboratori con i 4 panettieri di Dolianova (Panificio Ibba, Panificio Martis, Panificio Lai e Panificio Sois)
Laboratori con i panettieri locali
Area talk con:
Azienda agricola Cannavera, Sa Laurera, progetto “Mulinu, la macina di Barbagia”, Eugenio Pol
Voce Storica : Riccardo Solinas
Video e inserti musicali
20 Dicembre 12.00 – 13.00
I forni, tecniche di panificazione, i maestri del pane
Laboratorio bruschetta Pattiolese (Alessandro Taras Chef di is Paulis Area Club)
Laboratorio aperitivo con tziritziri (Barbara e Andrea)
Laboratori con i panettieri locali
Area Talk con:
Stefano Pibi, Carlo Defraia, Elena Cherri, Impasto e Davide Longoni