Big Mamma. Una storia di successo
Già alla fine dell’anno scorso, ripercorrendone l’infilata di incontestabili successi tutti concentrati in due anni e poco più, definivamo Big Mamma il caso imprenditoriale della ristorazione parigina più intrigante del momento. Non tanto (o non solo) per la qualità della proposta gastronomica – un’idea di cucina italiana filtrata dalla passione per il BelPaese dei due giovani soci francesi Tigrane Seydoux e Victor Ludger, ma concretizzata da un team 100% italiano – e invece per la capacità di concepire un format dietro l’altro scandagliando la cucina popolare tricolore, portandola alla ribalta sulla scena gastronomica di Parigi. Un fenomeno non così prevedibile, nel cuore di una capitale internazionale che certo non fa difetto di valide alternative per mangiare, determinato da ingenti investimenti, ma soprattutto grazie a una strategia di comunicazione vincente, al servizio di una cultura gastronomica da mitizzare, rendendola cool per un pubblico giovane e trasversale (cosa che da tempo è avvenuta oltreoceano, a costo di significativi stravolgimenti sul tema).
I precedenti
Quindi la scelta oculata dei locali, 6 dislocati nei quartieri centrali di Parigi, tutti con una propria anima, molti di grandi dimensioni, pensati per macinare coperti senza perdere di vista la piacevolezza dell’insieme; e la selezione dei fornitori, una rete di produttori con cui costruire un rapporto diretto, per contenere notevolmente i costi, ma tenendo alto il livello dell’offerta. O ancora il diktat della casa: assumere solo personale italiano, tra pizzaioli, cuochi, camerieri… Una corazzata da quasi 250 dipendenti. Così il gruppo è cresciuto rapidamente, e senza sbagliare un colpo: dalla pizza di Ober Mamma alla cucina da trattoria di Pink Mamma, passando per l’ultima grande pizzeria (con cocktail bar) inaugurata l’autunno scorso in Place de la Bourse, Popolare. I numeri? Nel 2017 un fatturato che ha raggiunto i 5 milioni di euro, cumulando una media di 4mila visitatori al giorno.
La Felicità a Parigi
E allora, perché fermarsi? L’ultima impresa dei trentenni rampanti si chiama La Felicità, certo un nome non scelto a caso. E già fa rubricare il caso come apertura del ristorante più grande d’Europa: 4500 metri quadri nel XIII arrondissement, anche stavolta completamente dedicati alla cultura gastronomica italiana, all’interno della luminosa struttura che recupera l'ex stazione merci a ridosso della Gare de Austerlitz, la Station F (oggi il più grande incubatore di start up nel mondo, di proprietà di Xavier Niel, azionario del gruppo Big Mamma), con terrazza all’aperto da 1000 metri quadri e barbecue da 8 metri.
Foto di Patrick Tourneboeuf
Per dir la verità non propriamente un ristorante, ma un polo gastronomico che strizza l’occhio alla moda del food market, su una piazza ancora incontaminata come Parigi, dove Eataly – nel mondo il caso più celebre di food hall dedicata all’Italia – non ha ancora messo radici (ma lo farà).
Quindi tanti angoli che si differenziano per allestimento (a separarli le vecchie carrozze dei treni di SNCF, dove si potrà anche mangiare, che ricordano la vocazione della struttura) e proposta gastronomica, niente servizio al tavolo ma molti coperti a disposizione per i clienti (1000 in tutto), che possono scegliere tra un piatto di pasta fresca e un plateau di frutti di mare e crudi, una focaccia o un risotto, un panino con la porchetta, un mix di burrata e salumi, una bistecca alla griglia, una pizza in uscita dal forno a legna. O un cocktail ordinato al banco della scenografica isola bar, con bottigliera sospesa sotto la copertura in vetro della Freyssinet Hall.
Una food hall tutta dedicata all’Italia
Quindi una summa di tutte le variazioni sul tema della cucina italiana maturate nel tempo dal gruppo Big Mamma – tra tovaglie a quadretti, luminarie, street art, piatti in ceramica decorata - che ora avrà a disposizione uno spazio ideale per organizzare eventi, festival gastronomici, concerti e djset. Chiari i riferimenti ai mercati gastronomici made in Italy, almeno nella loro veste più moderna, con il Panificio, la Trattoria, lo spazio Grandegriglia, il burger bar, l’area aperitivo (nel complesso 3 bar e 5 cucine); e uno spazio per la vendita a scaffale di prodotti italiani selezionati da Big Mamma. La Felicità ha inaugurato solo qualche giorno fa, e già promette di replicare i grandi numeri dei precedenti: aperto 7 su 7, le cucine saranno operative fino alle 2 di notte, mentre la caffetteria continuerà a servire clienti h 24. Poi non stupiamoci se qualcuno, a Parigi, l’ha già ribattezzata la Disneyland della cucina italiana. Ma la sfida sarà sostenibile (la squadra al lavoro conta 400 dipendenti)? Il duo Seydoux-Ludger ha abituato i francesi a non deludere le aspettative.
La Felicità – Parigi – place Grace Murray Hopper
a cura di Livia Montagnoli