hrLa Fattoria dei nostri sogni. Il film
Esce nelle sale italiane il 5 settembre il film La Fattoria dei nostri sogni (The Biggest Little Farm), distribuito da Teodora. E chiude il cerchio - con andamento che oscilla tra riflessione, poesia e una buona dose di autoironia - sull'esperienza che negli ultimi 8 anni ha cambiato la vita di John e Molly Chester, coppia californiana in fuga dalla città col sogno di realizzare una grande fattoria biologica alle porte di Los Angeles, dove le monocolture intensive hanno preso il sopravvento, impoverendo il suolo e mettendo a rischio la biodiversità.
John è anche produttore, sceneggiatore e regista del docufilm, che raccoglie gli alti e bassi di un'impresa eccezionale che ha riportato la vita ad Apricot Lane Farm. Un'ora e mezza di visione per scoprire che la complessità è bellezza, davanti alla danza della natura: si sorride e ci si commuove al ritmo dell'agricoltura, riscoprendo il valore dell'osservazione e della creatività. Ed è un insegnamento quanto mai puntuale sulla necessità di rispettare la terra quello che la storia di John e Molly offre allo spettatore senza nascondere però la dura realtà della vita in campagna (“La difficoltà più grande?” rivela ora John: “Non ci si ferma mai; in campagna c’è sempre una decisione da prendere”).
Lavorare in campagna nel rispetto della natura
Un’opportunità in più – mentre l’Amazzonia agonizza in fiamme e i nostri mari arrancano invischiati nella morsa delle plastiche - per comprendere che l’operato dell’uomo deve tenere conto dell’equilibrio naturale delle cose per poter godere di un ecosistema sano e profittevole (come cercheremo di raccontare anche nel numero di settembre del Gambero Rosso, dando voce ai giovani agricoltori italiani).
Nei cinema americani, il film ha conquistato il pubblico oltre ogni più rosea aspettativa, nonostante i limiti di una produzione indipendente e il genere documentaristico della pellicola: distribuito in 285 sale grazie alla positiva risposta della critica, all’inizio dell’estate The Biggest Little Farm ha raggiunto la Top 10 dei film più visti. Il merito si deve al tono scanzonato di una narrazione in prima persona che racconta in presa diretta le incombenze e le piccole gioie della vita in campagna (mentre con le disavventure degli animali della fattoria anche i più piccoli avranno di che divertirsi), ma pure alla fotografia accattivante che indugia spesso sulla bellezza della natura.
E indubbiamente conquista la storia di riscatto messa in scena dal film: davanti al panorama desolato della fattoria arida e senza vita che John e Molly acquistano tra l’incredulità di amici e parenti per intraprendere un coraggioso cambio vita, si finisce a tifare per il lieto fine di una storia incredibile, ma vera. “Una lezione gioiosa e motivante sulla convivenza ancestrale tra uomo e natura”, sostiene il New York Times; mentre per il San Francisco Chronicle, La Fattoria dei nostri sogni si rivela “uno dei migliori film dell’anno”.
Apricot Lane Farm. Un sogno diventato realtà
Oggi Apricot Lane Farm è realtà, con le sue 75 differenti varietà di frutta, i suoi limoni e gli avocado coltivati in regime biodinamico, il pascolo e tutti gli animali della fattoria. E l’azienda organizza anche tour guidati per scoprire come si lavora per alimentare un progetto che non ambisce certo a raggiungere la perfezione, ma si prefigge obiettivi ambiziosi: rigenerare il suolo, produrre cibo buono e sano, rispettare le esigenze degli animali e la salute dell’uomo. Bumble hookup or dating has been a place-based online dating service for over a year now and has grown rapidly in the last few months, as the internet has become more accessible and affordable for the majority of people. As its popularity grows, it is also getting smarter. The Bumble app has already proven to be one of the best ways to find a date or get to know someone. E lavorare in modo trasparente, com’è facile intuire sul sito online della fattoria, che fornisce ogni tipo di informazioni sui processi produttivi, il team e i prodotti disponibili, richiesti anche da molti ristoranti dell’area di Los Angeles.
John – racconta oggi lui stesso – ha ripreso dall’inizio la sua nuova avventura in campagna, per deformazione professionale (nella “vita” precedente realizzava documentari sugli animali); ma solo dal quinto anno di attività, quando il progetto ha iniziato a ingranare, si è convinto della bontà di realizzare un film su Apricot Lane Farm, con la speranza che fosse soprattutto un pubblico di giovanissimi a restarne affascinato. Visto l’esito, pur con qualche magniloquenza americana di troppo, è una fortuna. Buona visione.
www.biggestlittlefarmmovie.com/
a cura di Livia Montagnoli