Che Maristella Finezzo sia di destra lo sa tutta Cerea. È lei stessa a dichiararlo, non ne ha mai fatto segreto, anzi: la faccia del duce sugli scontrini c’è sempre stata nel mese di ottobre, per ricordare la marcia su Roma, ma stavolta la titolare del Bar Armando, nel comune in provincia di Verona, ha anticipato un po’ i tempi. E sui social circola la ricevuta di pagamento con Mussolini.
La faccia del duce sugli scontrini del bar
“Togliere la faccia del duce dagli scontrini? Non ci penso nemmeno, con tutta la pubblicità che ci fa” ha dichiarato la Finezzo, anni 62, che ha da poco ceduto la proprietà del locale alla figlia Marica Bologna. Già nel 2014 il bar di via Paride de Cerea era stato al centro delle polemiche per un episodio analogo, ma questo non è bastato a frenare la donna. Anzi, ogni ottobre puntualmente ecco che lo scontrino col faccione di Mussolini tornava a far chiacchierare i clienti. Non si giustifica più di tanto, la Finezzo, che il Fascismo non lo ha neanche vissuto, non le interessa dare spiegazioni, concede solo qualche goffo commento: “Non ero nata, ma credo che quanto fatto da Mussolini, al di là di orrori come le leggi razziali, sia stato assolutamente positivo per l’Italia”. Ideali, li chiama, principi ai quali non è disposta a rinunciare, “le critiche non ci toccano minimamente, i problemi dell’Italia sono altri”.
Il bar fascista di Cerea
Un bar di fascisti ma non solo per fascisti. Così sembrerebbe, a leggere le dichiarazioni della titolare, che nel locale ormai in mano alla figlia lascia entrare tutti, “immigranti perbene” compresi. Non si offende quando riceve gli attacchi, “sarebbe meglio che la gente si preoccupasse di quel comunista di Putin”, ed è ben contenta della pubblicità gratuita che riceve dalla condivisione delle foto, seppur accompagnate da didascalie indignate. Del resto, da nove anni a questa parte, momento in cui il suo amore per il Duce è stato chiaro a tutta Italia, nulla è cambiato. Anzi, ormai la ricevuta “speciale” è la norma. Da un punto di vista legislativo, dal ’52 l’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge Scelba (n. 645): con questo termine, si intende un’associazione, un movimento o un gruppo di persone non inferiore a cinque, che persegue finalità antidemocratiche proprie del partito fascista. Puntuale il tweet della Lucarelli: “Prima lo faceva solo a ottobre, ora con il governo Meloni ha ritrovato nuovo slancio e lo fa stampare tutto l’anno. Speriamo che faccia pagare un euro il piattino condiviso almeno c’è un po’ di indignazione generale”.
E si chiude così la grottesca stagione degli scontrini estivi 2023.