La cucina di Picasso. A Barcellona la mostra che racconta il rapporto dell’artista col cibo

23 Mag 2018, 14:30 | a cura di

Scritti poetici e nature morte, quadri ispirati dal cibo e sculture realizzate assemblando utensili da cucina. Ma pure la ricostruzione di una rete di rapporti allacciati tra ristoranti e locali di Barcellona e Parigi. È tutto questo la mostra promossa dal Museo Picasso di Barcellona, dal 25 maggio al 30 settembre.

 

La geografia gastronomica dell’avanguardia

Si intitola semplicemente La cucina di Picasso la mostra prossima a inaugurare al museo di Barcellona dedicato all’artista spagnolo. Ma dietro al termine cucina i curatori della rassegna hanno voluto raccogliere un gran numero di sfumature che ricostruiscono il rapporto di Pablo Picasso col mondo del cibo e della tavola (era anche un buon cuoco), tematica ricorrente nell’opera dell’artista, a tal punto da meritare un percorso fatto di circa 200 opere, in arrivo da collezioni private e musei di tutto il mondo, in mostra nella capitale catalana dal 25 maggio al 30 settembre 2018. E di cucina non si parla solo in merito ai quadri che ritraggono cibo e oggetti di uso comune che hanno a che fare con la tavola, ma pure nel rievocare quel mondo di rapporti sociali che passava per i locali simbolo dell’avanguardia, all’epoca degli incontri a El Quatre Gats di Barcellona, o al Lapin Agile, sulla collina di Montmartre, nel periodo di permanenza a Parigi. Luoghi emblematici di un’epoca tormentata, come il ristorante Le Catalan, non lontano da calle Grand Augustins, che Picasso frequentava abitualmente durante l’occupazione tedesca, per ritrovarsi a mangiare in compagnia degli amici.

La mostra di Barcellona

Scelte non certo casuali per un artista che al cibo ha sempre attribuito un ruolo metaforico molto evidente, lasciandosi ispirare tanto nelle opere dipinte (La cucina, quadro realizzato nel 1948, è un titolo significativo) che per la stesura di testi teatrali. Quindi in mostra si susseguono opere che enfatizzano la presenza dell’elemento commestibile, come le nature morte giocate sul contrasto tra l’opulenza di una tavola imbandita e i tempi di magra del periodo della Seconda guerra mondiale. Ma c’è spazio anche per i documenti, e per gli scritti poetici in cui l’artista suggerisce spesso il legame tra il gusto e l’erotismo. E poi le sculture, molte realizzate a partire dall’assemblaggio di utensili di cucina. In un percorso suddiviso per sezioni tematiche che passa dalla Cucina catalana alla cucina cubista, recuperando pure il cosiddetto manifesto della cucina cubista. Con l’idea di aprire la mostra, la prima dedicata al rapporto di Picasso con il cibo, alla città, proponendo menu “picassiani” nei ristoranti di Barcellona, Parigi e Strasburgo (dove l’esposizione sarà replicata in versione ridotta). E tra le iniziative collaterali anche l’intervento di Ferran Adrià, chiamato a creare una performance gastronomica ispirata al genio dell’artista, che prenderà forma nell’ambito del percorso espositivo, nella sala Mauri del Museo di Picasso.

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