Che Bibbia sarebbe senza l’agnello di Dio che toglie i peccati del mondo? Una Bibbia vegana, naturalmente. A riscriverla è stata ChatGPT, ma l’idea è di PETA, l’organizzazione no profit che si batte per i diritti animali: il risultato è divertente, curioso, irriverente forse per i più credenti ma per niente banale. Una rilettura cruelty free del testo sacro in cui gli animali sono chiamati “esseri” e non “bestie” o “creature”, e alla base dei vestiti ci sono tessuti vegetali ricavati dalla canapa o il bambù, “nessuno con un senso estetico o morale indosserebbe pelli di animali nel 21esimo secolo”, hanno commentato da PETA. L’obiettivo? Rifare il libro della genesi modificando la storia, “mandando un messaggio sui diritti animali che non può essere ignorato”.
La Bibbia vegana di PETA
Ma perché proprio la Bibbia? Secondo la presidentessa dell’associazione Ingrid Newkirk, i testi religiosi sono stati usati per secoli per giustificare “tutte le forme di oppressione, così abbiamo utilizzato ChatGPT per chiarire che un Dio amorevole non vorrebbe mai l’uccisione o lo sfruttamento degli animali”. Si comincia dal libro della Genesi, in cui Abramo, anziché sacrificare il montone per dimostrare la sua fede, “fa amicizia con un agnello gentile per mostrare la sua riverenza e il suo rispetto per la creazione di Dio”. Con la speranza di parlare alla Generazione Z, molto sensibile al tema dei diritti animali. La versione cruelty free della Bibbia è disponibile nello shop online di PETA al costo di 3,99 dollari: per ora c’è solo la Genesi, ma l’idea è quella di continuare a riscrivere la storia.
Una rilettura, insomma, incentrata sulla questione animale, ma che prevede anche una serie di modifiche su altre forme di oppressione che, secondo l’organizzazione, sarebbero state legittimate dalla Bibbia. Staremo a vedere.