Decoro, abusivismo e ristoro in centro città
Ci troviamo spesso a raccontare quanto il centro di Roma sia messo a dura prova dall'invasione di ambulanti abusivi e rivendite improvvisate di bibite a prezzi stellari, e cibo di scarsa qualità. Un fenomeno difficile da contrastare, nella Capitale come tra le strade delle più gettonate mete turistiche italiane, che negli ultimi mesi ha destato l'interesse delle amministrazioni cittadine - ognuna in cerca della soluzione migliore per contrastare il degrado e la più totale assenza di misure a tutela del decoro urbano, non sempre con risultati apprezzabili – e pure del Mibact, che con Dario Franceschini ha scelto di impegnarsi per l'approvazione di una norma salva centri storici, subito ribattezzata decreto anti fast food. Questo succedeva alla fine del 2016, ed è invece storia dei primi mesi del 2017 la discesa in campo di Venezia, sul modello di quanto già sperimentato a Firenze, nel frattempo alle prese con un ulteriore giro di vite alla normativa che regola il commercio e la concessione di licenze di somministrazione nel centro della città. A Roma, invece, il nuovo regolamento al commercio è ancora in via di approvazione (qualcosa dovrebbe muoversi in settimana, fa sapere l'assessore Adriano Meloni), ma proprio dal cuore della città, tra le rovine dei Fori Imperiali, arriva un segnale di civiltà, a vantaggio del gran numero di turisti che affolla ogni giorno l'arteria che taglia una delle più suggestive aree archeologiche del mondo.
La svolta del PIT
Non troppo distante dall'ingresso ai Fori e al Colosseo, il Punto Informativo Turistico è operativo da tempo per supportare gli stranieri in visita alla città: nel 2016 è stato utile a oltre 550mila persone, e nel primo semestre del 2017 ha fatto registrare un incremento sostanziale dei contatti, confermandosi il Pit più visitato del centro di Roma, secondo solo, per importanza strategica, ai punti informativi di Fiumicino e della Stazione Termini. E da qualche giorno chi accede al cortile affacciato sui Fori Imperiali per concedersi un po' di ristoro e pianificare nuove tappe alla scoperta della città può usufruire del servizio di ristorazione appaltato al Consorzio Orgoglio Aquilano. L'associazione di imprenditori aquilani si è infatti aggiudicata la gara per la gestione del chiosco bar del Pit, inaugurato nella sua nuova veste lo scorso 23 giugno, alla presenza del sindaco Virginia Raggi, dell'assessore Meloni, dell'Ad di Zètema Albino Ruberti e della presidente della Commissione Turismo Carola Penna. L'assegnazione privilegia un'offerta di qualità, a prezzi calmierati, con l'idea di combattere la piaga dell'abusivismo che affligge gran parte del centro città, e di conseguenza i malcapitati che incappano in insegne e food truck truffaldini.
Orgoglio Aquilano. Ristorazione collettiva per sostenere la ripresa
Ma l'operazione ha pure una bella valenza simbolica, che peraltro non è fine a se stessa: Orgoglio Aquilano è un consorzio nato all'indomani del sisma, dall'unione di quei professionisti che non volevano darsi per vinti. Nove in prima battuta, poi sempre di più, fino a superare la ventina, con la forza (e la voglia) di organizzare catering ed eventi, ma soprattutto commercializzare le specialità del territorio, promuovendo l'attività di produttori e artigiani rimasti improvvisamente senza pubblico e clienti. In particolar modo, per la valorizzazione del tipico di eccellenza, si individua il canale della ristorazione collettiva, con mense a km 0 che utilizzano, secondo stagionalità, le lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, il farro, le cicerchie e i ceci rossi; il miele e lo zafferano di Navelli, formaggi e salumi tipici (come la Mortadella di Campotosto e il Canestrato di Castel del Monte), il tartufo biologico, le confetture, l’olio locale, i vini, i liquori, i dolci tipici della tradizione, il torrone tenero aquilano. Con la garanzia di portare buona cucina, materie prime selezionate, procedure di produzione, confezionamento, trasportoe distribuzione certificate. Fatto sta che a oggi i clienti che si avvalgono dei servizi di ristorazione del Consorzio sono molti e prestigiosi, da Autostrade per l'Italia al Senato della Repubblica, al Mibact.
Ora il gemellaggio tra Roma e L'Aquila esordisce nel centro della città, all'insegna di prodotti semplici da consumare nel cortile del Pit. L'obiettivo? Accoglienza di qualità e contenimento dei costi di gestione, che stimoli il turismo sostenibile, più difficile da fidelizzare rispetto al visitatore mordi e fuggi.
Fare Centro. Si può?
E sicuramente è meritevole l'idea di offrire una vetrina così frequentata a imprese e prodotti delle zone terremotate, mentre dall'Aquila arriva notizia della proroga concessa alle candidature per il bando Fare Centro. Il provvedimento regionale, che dovrebbe coadiuvare la rinascita commerciale di una città purtroppo ancora molto lontana dal ritorno alla normalità, punta a sostenere gli imprenditori che hanno intenzione di riaprire nei centri storici colpiti dal sisma (L'Aquila città e paesi limitrofi), stanziando 20 milioni di euro entro il 2018 per finanziare la ripresa (da 20 a 200mila euro per attività). Ma per ora l'esiguo numero di domande pervenute ha disatteso le aspettative. Sapremo entro la metà di luglio se a L'Aquila c'è davvero voglia di Fare Centro.
a cura di Livia Montagnoli