Tra i pesci più ambiti nel panorama ittico, spesso il tonno è al centro di polemiche e campagne di sensibilizzazione per la salvaguardia di una specie che incontra la forte richiesta del mercato, che si tratti dell’ambito tonno rosso destinato al consumo fresco o di quello pinna gialla che alimenta una nutrita schiera di aziende che operano nel settore della conservazione.
Proprio sugli interessi che gravitano intorno all’industria del tonno, sui suoi principali attori e concorrenti vertono i movimenti finanziari che stanno coinvolgendo i mercati di tre continenti, in seguito alla decisione del fondo inglese Lion Capital di cedere la Bumble Bee Foods, colosso mondiale della produzione di tonno e sardine in scatola (controlla il 28% del mercato Usa) con sede a San Diego.
All’acquisto, che probabilmente si concretizzerà già a settembre, sarebbe interessata anche l’italiana Bolton (della famiglia milanese Nissim), più nota per i famosi marchi che gestisce: Rio Mare e Palmera per il tonno, ma anche Simmenthal, Borotalco, Collistar e molti altri. La concorrenza più agguerrita si aspetta dalla Thai Union Frozen, ancora una volta un leader del settore, che gestisce il 31% del mercato mondiale, aggiudicandosi il primato nella produzione di conserve di tonno; ma sono in corsa anche la cinese Bright Food e l’americana Post Holdings, finora concentrata sul mercato dei cereali per la colazione.
In caso di acquisizione le prospettive della Bolton andrebbero a confermare una salda leadership nel settore - sostenuta dalla preesistente alleanza con Tri Marine, l’impresa di Renato Curto specializzata nella conservazione del tonno - e ricavi stimati sui tre miliardi di dollari, con il raggiungimento di un giro d’affari pari a quello della Thai Union. Non resta che attendere per scoprire se sarà il caso di festeggiare una nuova conquista italiana sul mercato alimentare globale.