Lo sguardo del Dragone si sposta sulla Napa Valley. Concluso – almeno per il momento – lo shopping di vigneti a Bordeaux, inizia il periodo americano. Pare, infatti, che il gruppo di proprietà cinese Jinta Vineyards and Winery (dopo l'acquisto nel 2013 della Hannah Nicole Vineyards&Winery di Brentwood, nella Contra Costa County) abbia appena comprato per 29 milioni di dollari la Napa Quixote Winery: 29 ettari di vigneto per la produzione biologica di Petite Syrah e Cabernet Sauvignon. Ma il valore aggiunto della cantina è il suo progetto che risale agli anni '90, l'unico negli Usa firmato dall'architetto austriaco Friedensreich Hundertwasser con pavimenti volutamente irregolari, piastrelle in ceramica colorate e una grande cupola dorata. L'ex proprietario è Carl Doumani che da anni era a caccia dell'occasione giusta per andare in pensione.
Questo è il secondo acquisto asiatico in Napa Valley nelle ultime sei settimane. Il primo riguarda un impianto di Michael Mondavi in Carneros, venduto per un milione di dollari a Kieu Hoang, un uomo d'affari vietnamita-americano, che vende esclusivamente in Asia. Così in totale le presenza asiatiche nella Valle arriverebbero a una decina. Meno della metà rispetto a Bordeaux, ma potrebbe essere un inizio. D'altronde anche il vino americano sta attecchendo sempre più in Cina, come ricorda Patsy McGaughy, direttore della comunicazione dell'associazione Napa Valley Vintners: “Forse queste persone che stanno facendo investimenti in Napa Valley guardano al futuro: di certo noi non faremo mai la quantità di vino che produce Bordeaux, ma se si guardano ai problemi attuali francesi - prezzi e condizioni meteorologiche - Napa potrebbe rivelarsi un ottimo investimento”. L'Italia, invece, dal canto suo resiste alle avance del Dragone che da anni è alla continua ricerca di investimenti da fare nello Stivale: fino ad ora l'unica azienda ad essere finita in mano cinese è Casanova-La Ripintura di Greve in Chianti (8 ettari di cui 5 vitati), venduta lo scorso anno ad un imprenditore farmaceutico di Hong Kong per 1,8 milioni di euro.
A cura di Loredana Sottile