L'alluvione emiliano. Paura alla Riserva di Campogalliano
Enza, Secchia, Parma. Sotto la pioggia insistente caduta negli ultimi giorni sulla provincia emiliana, i fiumi che disegnano la Pianura Padana hanno rotto gli argini. Trasformandosi ancora una volta, l'ennesima per un'Italia troppo spesso colpita da esondazioni devastanti, in terribili espressioni della forza della natura (ma l'incuria, invece, è una colpa di pertinenza esclusiva dell'uomo). Tra le località più colpite Brescello (frazione di Lentigione) in provincia di Reggio Emilia, Colorno nel territorio parmense, la riserva di Campogalliano, Modena. Le immagini sono quelle di un triste repertorio: strade interrotte, campi sommersi, tetti circondati da interminabili distese d'acqua. E poi c'è la conta dei danni, una prima stima della situazione che ha portato il governatore dell'Emilia Romagna Stefano Bonaccini a chiedere lo stato di emergenza: la rete elettrica è saltata in molti Comuni, a Lentigione sono un migliaio le persone evacuate, l'esondazione del Secchia ha cancellato i laghi Curiel nella riserva di Campogalliano (in corrispondenza della cassa d'espansione del fiume), dove la piena ha seriamente compromesso l'agriturismo la Falda (ma gli animali nelle stalle si sono miracolosamente salvati) e travolto pure il ristorante Laghi di Campogalliano, insegna storica della zona, dove lo chef Paolo Reggiani porta avanti la tradizione gastronomica emiliana, valorizzando i Presidi locali e recuperando antiche ricette modenesi: l'acqua che ha sommerso via Albone non ha risparmiato i locali della trattoria. Persi i frigoriferi, da rifare gli impianti, ma si conta di poter riaprire entro Natale.
La conta dei danni all'Alma
Sarà lunga la conta dei danni anche a Colorno, dove la storica Reggia settecentesca di Maria Luigia d'Austria è diventata, suo malgrado, uno dei simboli dell'alluvione. La piena del torrente Parma, nelle prime ore di ieri mattina, ha attraversato l'edificio da un lato all'altro, insinuandosi nel cortile interno, fino al giardino storico retrostante. Acqua e fango hanno così preso il sopravvento sulle barriere improvvisate per arginare l'esondazione, inondando i locali del pian terreno e gli scantinati. E al timore per i danni riportati da un edificio di grande valore storico, si aggiunge in queste ore l'apprensione per il patrimonio conservato dalla più prestigiosa scuola italiana di cucina, l'Alma, fondata nei primi anni Duemila e da subito ospitata all'interno del Palazzo Ducale. Trainata dall'impegno di Gualtiero Marchesi (solo recentemente dimissionario dalla carica di Rettore), la Scuola Internazionale di Cucina Italiana è diventata un punto di riferimento per gli studenti di tutto il mondo. Una prima stima dell'accaduto, pur nella concitazione delle operazioni ancora in corso, la fornisce il Direttore Generale Andrea Sinigaglia, che conferma la gravità della situazione: “Si tratta indubbiamente del danno più grande nella storia della Scuola. Dalle 14 di ieri siamo riusciti a entrare per spalare il fango: c'è stata una mobilitazione stupenda, da parte di tutti, collaboratori, docenti, studenti”. La piena improvvisa però è stata fatale: “Gli scantinati sono letteralmente sommersi dal fango, il problema principale è la centrale termica, senza riscaldamento e elettricità non possiamo riprendere le lezioni, e neanche stimare i danni alle attrezzature dei laboratori”. Poi c'è la cantina didattica, anch'essa nei sotterranei del Palazzo: un migliaio di vini che rappresentano il panorama enologico italiano travolti dall'acqua, che ha raggiunto anche i locali del pian terreno, salendo fino a 50 cm di altezza. Sorte appena più clemente con l'aula magna, comunque danneggiata, a confermare un bilancio pesante, che si preciserà nelle prossime ore.
Certa, purtroppo, la perdita di un migliaio di volumi della Biblioteca, “sono finiti sott'acqua e non c'è più possibilità di recuperarli. Siamo stati colti alla sprovvista”. Fortunatamente, però, la maggior parte del corpus (oltre 14mila testi che custodiscono la storia dell'enogastronomia italiana e internazionale) si è salvato: “Proprio in questi giorni era in corso il trasferimento ai piani superiori della biblioteca, molti volumi erano già stati spostati”. Si continua a lavorare con pale e vanghe, a supporto dei Vigili del Fuoco, intanto si pianifica una strategia: “Dalla prossima settimana speriamo di poter riprendere con i master; per i corsi di cucina, però, non abbiamo idea di quando saremo in grado di riprendere l'attività. Per ora non riusciamo neanche a comunicare con l'esterno: a 24 ore dall'accaduto il nostro server è ancora fuori uso”.
a cura di Livia Montagnoli
(Foto di Massimo Gelati)