Sono Cina, Turchia e Africa “i nuovi mercati sfida” per il vino italiano. In questi Paesi, secondo l'Agenzia Ice, che a Vinitaly (Padiglione 10, Lounge Area) coinvolgerà oltre 400 tra buyer internazionali ed esperti di settore, organizzando sette focus tematici (Canada, Giappone, Germania, Uk, Turchia, Cina e Usa), si aprono ampi spazi di crescita, Ne abbiamo parlato con Ines Aronadio, che dirige l'Ufficio agroalimentare e vini.
Iniziamo dai mercati storici: cos’è cambiato in questi anni?
I mercati storici come Usa, Germania e Regno Unito restano fondamentali e confermano le tradizionali tendenze, ma bisogna stare attenti ai competitor, tra cui Spagna, Cile, Australia che stanno progressivamente erodendo quote di mercato sempre più ampie.
Nel 2015, con circa 7 milioni di euro stanziati, sono state organizzate oltre 20 iniziative sul vino in tutto il mondo. Cosa possiamo dire dell'Africa?
In questo continente, pur con le dovute differenze, c'è fermento. Interessanti prospettive si aprono in Sudafrica, Nigeria e Mozambico, un Paese dove da alcuni anni il turismo sta assumendo il ruolo di importante piattaforma anche per beni di consumo come agroalimentare e vino. Stiamo inoltre monitorando l'Etiopia, dove abbiamo aperto recentemente un ufficio Ice.
Parliamo di Cina, un mercato altalenante per i nostri vini.
È un Paese con tradizioni agroalimentari antichissime, che richiede una specifica attenzione. Qui l'Italia ha scelto la strada della formazione, attraverso un piano strategico, già avviato, che anche quest'anno prevede corsi sulle tradizioni e sul vino italiani dedicato a sommelier, giornalisti e manager del food and beverage. Ci auguriamo che diventino ambasciatori cinesi del vino italiano e che possano influire in qualche modo sul consumatore.
Veniamo alla Turchia, 55° consumatore mondiale. Perché secondo voi è un mercato sfida?
L'Italia, grazie a un piano finanziato dal Mise, ha avviato un programma speciale dedicato al made in Italy. E abbiamo invitato la Turchia a Vinitaly come nuovo Paese del vino, con una qualificata delegazione composta anche da ceo di grandi catene della Gdo. I nostri dati ci fanno sperare in una crescita del consumo e del nostro posizionamento entro il 2018.
Cosa vi attendete da questo Vinitaly?
La consapevolezza, per gli oltre 30 mercati coinvolti, della grande qualità ed eccellenza del vino italiano, che scaturisca da un'esperienza diretta nelle degustazioni e attraverso i numerosi incontri bilaterali con le aziende.
A cura di Gianluca Atzeni