Rosso in volto, la voce roca e a tratti spezzata, camicia inamidata stretta da una cravatta sottile, forse troppo, giacca blu abbottonatissima. Un comizio dello scorso 23 agosto lungo 48 minuti in cui la sintesi è il martellante richiamo al mondo MAGA di Donald Trump, cifra di tutta la sua attività politica da mesi: "Make America Healthy Again". Il rampollo ripudiato di casa Kennedy lo ripete da mesi: "Renderemo di nuovo sana l'America", una promessa che apparentemente può sembrare più che sensata ma se si scava tra le idee del nuovo segretario della Sanità, Robert Kennedy Jr., suscita numerosi timori. Una volta che il Congresso degli Stati Uniti avrà confermato la sua nomina sarà a capo di una vastissima macchina burocratica che avrà potere sulla salute pubblica, e che comprende la Food and Drug Administration, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie e gli Istituti nazionali di sanità. Una volta seduto su quella poltrona, si dovrà fare i conti con il suo scetticismo sui vaccini e con le sue opinioni non ortodosse sulla medicina. Le sue competenze possono toccare anche l'industria alimentare e quella delle bevande alcoliche, in particolare il vino prodotto negli Stati Uniti e quello importato dall'Europa. L'incarico lo mette in una posizione tale da influenzare direttamente le politiche sulla regolamentazione alimentare, gli standard nutrizionali e le linee guida dietetiche federali.
Latte crudo e altre storie
Non è un mistero che l'avvocato ambientalista si sia è espresso contro i pericoli degli alimenti ultra-processati, degli additivi, dei pesticidi in agricoltura e dell'influenza politica che le grandi aziende alimentari possono avere sulle istituzioni americane. Nulla di male, sempre più studi dicono che i cibi super processati fanno male alla salute, ma il problema di Kennedy è che basa molte delle sue convinzioni su teorie bislacche e senza alcun fondamento scientifico. Diffonde controverse e smentite teorie cospirative sui vaccini o sul fluoro nell'acqua, ha anche promosso cibi ad alto rischio come il latte crudo, è convinto che i vaccini portino all'autismo. Molti professionisti della medicina hanno criticato la sua nomina, contrapponendo le sue teorie selvagge alla serietà del ruolo. David Nunan, ricercatore senior all'Università di Oxford, ha definito la decisione Kennedy come uno «schiaffo in faccia» alle politiche sanitarie basate su prove scientifiche.
Lo spauracchio dell'olio di semi
Tra le altre cose, ha criticato gli oli di semi, che a suo avviso i bambini non dovrebbero mangiare, sostenendo che il passaggio dai grassi animali tradizionali - come il sego di manzo che veniva utilizzato in passato negli Stati Uniti - agli oli vegetali è responsabile dell'aumento dei tassi di obesità in tutto il paese. Ma non ci sono prove che suffraghino la tesi. "I dati mostrano che gli oli di semi o molti oli vegetali possono apportare benefici alla salute umana", è l'opinione di Rohini Bajekal, nutrizionista e responsabile della comunicazione del Plant-Based Health Professionals del Regno Unito. Un approfondimento di The Atlantic ha evidenziato che il passaggio nazionale dai grassi saturi a quelli polinsaturi a metà del XX secolo è stato seguito da una riduzione del 56 percento dei decessi per malattie cardiache. I consigli medici di lunga data suggeriscono di limitare il consumo di grassi animali saturi per ridurre il rischio di obesità e il rischio di malattie cardiovascolari. Insomma, le idee di Kennedy sono molto controverse e divisive.
Il mondo del vino trema
E il vino? La promessa in chiave oltranzista del "Make America Healthy Again" suona come una minaccia soprattutto per un settore in forte contrazione economica come il vino. E vale sia per gli Stati Uniti sia per l'Europa vinicola. L'Italia è tra i paesi a soffrire ma non troppo, perlomeno non come la Francia, grazie al Prosecco che con i soliti numeri da capogiro chiude in positivo il conto finale. Ma nelle ultime settimane dagli States è arrivata una specie di bomba atomica e non è chiaro in che modo sarà disinnescata: le bevande alcoliche potrebbero presto riportare etichette che avvertono i consumatori sui rischi di cancro, alla stregua di quelle già introdotte in Irlanda, e come succede ormai da decenni per le sigarette.
A proporlo è stato Vivek Murthy, Surgeon General degli Stati Uniti, membro dell'amministrazione Biden uscente, che ha lanciato un parere in cui ha messo in guardia dal consumo di alcol, vino incluso. L'assunzione di alcolici - si legge nell'avviso - aumenterebbe infatti il rischio di sviluppare sette tipi di tumori perché «non esiste una dose sicura di alcol che elimini completamente questo rischio». Un motivo in più, secondo Murthy, per richiedere una revisione delle linee guida. La notizia è arriva come una doccia fredda per l'intera filiera vitivinicola. Le aziende quotate in borsa sono letteralmente crollate. Il conto dei feriti: Campari a Piazza Affari ha ceduto il 3,8%, Remy Cointreau ha perso il 4,3%, Pernod Ricard - 2%, Diageo - 2,4% e AB InBev -1,9%.
La proposta rimane sul tavolo e a occuparsene sarà ovviamente anche il dipartimento guidato da Kennedy Jr. Finora il segretario candidato da Trump non si è espresso nel merito, anzi del vino non ne parla quasi mai. Ma è proprio questa mancanza di parole e idee che genera timori. Per essere chiari, l'avvocato non è un sostenitore dell'alcol. È stato un alcolista, ha raccontato di essere diventato dipendente dall'eroina a 15 anni e di aver ereditato una personalità dipendente. Suo fratello David è morto di overdose. Partecipa regolarmente alle riunioni degli Alcolisti Anonimi e ha intenzione di continuare anche alla Casa Bianca. E c'è da tenere conto - ha detto Nicholas Reville, direttore esecutivo del Center for Addiction Science, Policy and Research, un'organizzazione non-profit - che le bevande alcoliche hanno molto in comune con i cibi che Kennedy vuole reprimere. Sia l'alcol sia i cibi ultra-processati possono creare dipendenza. Insomma, il futuro globale del vino, o buona parte di esso, potrebbe passare dalle imprevedibili decisioni del nipote di John Fitzgerald Kennedy. Come lo zio potrebbe anche lui per certi versi passare alla storia. Ma per tutt’altri motivi.