José Andrés vince il Basque Culinary World Prize
José Andrés si aggiudica il Basque Culinary World Prize 2020. E non poteva essere altrimenti. Anche negli ultimi mesi, per fronteggiare la crisi alimentare aperta dall’emergenza sanitaria in atto, il progetto World Central Kitchen ha dimostrato la sua validità. E giunto alla quinta edizione, il premio ideato dal centro di ricerca gastronomica dei Paesi Baschi per valorizzare l’impegno etico della cucina ed enfatizzare il ruolo dei cuochi attivamente impegnati per migliorare la società, ha focalizzato l’attenzione proprio sulle sfide connesse alla pandemia di Covid-19, “celebrando le iniziative che hanno dimostrato la forza innovativa della gastronomia nel contesto di una crisi globale”. Non poteva essere altrimenti, è il caso di dirlo di nuovo. José Andrés è dunque il “campione” scelto per rappresentare gli sforzi fatti dagli chef di tutto il mondo per cercare di fronteggiare l’emergenza, trovare risposte e supportare le persone in difficoltà. Vincitore tra tutti “perché identifica lo spirito collaborativo”, più che mai necessario di questi tempi. E certo per la sua capacità di gestire le situazioni di crisi, grazie alla solida organizzazione messa in piedi ormai dieci anni fa, in occasione del terremoto che devastò Haiti.
L’impegno della World Central Kitchen, che dà il buon esempio
L’impegno dello chef spagnolo, da anni di stanza negli Stati Uniti, gli è valso nel 2019 la candidatura al premio Nobel per la Pace, oltre a diverse candidature nelle edizioni passate del premio del Basque Culinary Center. A marzo scorso, inoltre, il cuoco ha guadagnato la copertina del Time, chef combattente in missione contro il Covid-19. Proprio in quella occasione, abbiamo ripercorso i dieci anni di impegno umanitario della sua fondazione. Oggi, nel corso di una cerimonia di premiazione virtuale, che ha connesso idealmente i cuochi di tutto il mondo, Andrés ha ricevuto l’ennesimo riconoscimento (e un premio in denaro di 100mila euro, da utilizzare per la Fondazione) per la sua determinazione, che, a detta della giuria, è stata capace di stimolare l’impegno di altri professionisti, tanto nell’aiutare i più deboli, quanto nel promuovere programmi per rilanciare il settore della ristorazione in difficoltà. La cerimonia è stata anche occasione per ribadire gli obiettivi prioritari del comparto, in questo momento: facilitare l’accesso al cibo, gestire mense di solidarietà, supportare l’intera filiera di produzione del cibo e i piccoli produttori, fornire sostegno al personale impiegato nella ristorazione, che rischia di trovarsi senza lavoro da un giorno all’altro. Parole d’ordine: collaborazione e responsabilità.
Le 10 menzioni speciali
Quest’anno le procedure di selezione (110 le candidature ricevute, da 33 Paesi) e i confronti tra i membri della giuria, presieduta da Joan Roca, si sono svolti virtualmente. E per sottolineare quanto l’impegno del settore sia stato capillare negli ultimi mesi, la giuria ha scelto di tributare una menzione speciale anche ad altri 10 chef, che si sono distinti con progetti umanitari:
- Mariana Aleixo, per il suo lavoro nelle favelas di Rio de Janeiro con Maré de Sabores
- Elijah Amoo Addo, per progetti quale Food for All Africa e Chefs on Wheels in Ghana
- Greg Baxtrom, per le importanti iniziative di beneficenza a New York in occasione della pandemia
- Simon Boyle, per gli aiuti a persone disagiate con il suo Brigade a Londra
- Tracy Chang, per Off Their Plate e Project Restore Us a Cambridge, Massachusetts
- David Hertz di Gastromotiva per l’istituzione di banchi alimentari e altre iniziative in Brasile e Messico
- Ed Lee, per il suo lavoro a favore dei dipendenti dei ristoranti in tutti gli Stati Uniti
- Juan Llorca, in Spagna, per l’aiuto dato ai genitori durante il lockdown, fornendo ricette semplici e sane per i ragazzi
- Nicole Pisani, di Chefs in Schools nel Regno Unito, per avere fornito cibo a giovani disagiati durante la chiusura delle mense scolastiche
- Jon Gray, Lester Walker, Malcolm Livingston II e Pierre Serrao sono quattro chef con una missione: diversificare la scena gastronomica e sfidare gli stereotipi con il loro collettivo culinario Ghetto Gastro a New York
Riassume così il pensiero della giuria lo chef Joan Roca: “José Andrés ha affrontato la sfida posta dalla pandemia con coraggio, valore e con uno sforzo titanico. La sua dedizione al lavoro è ammirabile, la capacità di gestire crisi umanitarie e la sua leadership evidente sono state fonte di ispirazione per molte persone che si sono unite alla sua iniziativa World Central Kitchen in tutto il mondo. Questo progetto ha tra l’altro evidenziato il lavoro dei volontari, che hanno trasformato la gastronomia in un potente strumento sociale”.
a cura di Livia Montagnoli
foto BCC