Joel Robuchon lascia Bordeaux. Il caso del ristorante pluristellato da due milioni di debiti

21 Apr 2016, 11:44 | a cura di

La rinascita gastronomica di Bordeaux incassa un duro colpo: termina bruscamente la collaborazione del maestro francese con il ristorante dell'hotel Le Grand Maison di Bernard Magrez. La colpa è della crisi turistica post attentati o di una cattiva gestione d'impresa? 


La rinascita gastronomica di Bordeaux?

È passato solo qualche mese da quando il New York Times gridava al miracolo. Molto rumore per nulla, si potrebbe dire, o forse no. Perché in fondo Bordeaux resta quella affascinante città che la celebre testata americana magnificava all'inizio dell'anno come meta imperdibile per i viaggiatori in cerca di buon vino (che la regione vinicola bordolese sia tra le più rinomate del mondo non è una novità), cucina gourmet, relax e fermento culturale. Certo, un piede sul podio (al secondo posto dopo Città del Messico) di questa classifica per giramondo incalliti Bordeaux l'aveva messo proprio per l'alta concentrazione di insegne gourmet, oltre che per il progetto ambizioso, quasi a compimento, de La cite du vin con vista sulla Garonne. Negli ultimi dodici mesi infatti la città ha salutato l'arrivo dello star chef Gordon Ramsay, subito premiato con la prima stella dopo aver rilevato la cucina storica de Le Pressoir d'Argent, attirato in città dall'esempio di colleghi altrettanto celebri come Joel Robuchon. Alla fine del 2014 il maestro della cucina francese aveva scelto il ristorante del boutique hotel 5 stelle Le Grand Maison per proporre la propria idea di alta ristorazione ai bordolesi. E sempre in società con l'imprenditore Bernard Magrez, all'inizio del 2016 si apprestava ad aprire una pasticceria d'autore.

Le Grand Maison. Dalle stelle alle stalle

Nel frattempo, però, qualcosa sembra essersi rotto, come rivela senza possibilità di dubbio il comunicato diramato dalla direzione de La Grand Maison qualche giorno fa. La collaborazione tra Magrez e lo chef Robuchon si è ufficialmente interrotta, nonostante le due stelle guadagnate dal ristorante a poco più di un anno dal primo servizio. La nota, peraltro, parla chiaro: sono le difficoltà economiche dovute al drastico calo del turismo a seguito degli attentati terroristici che hanno colpito la Francia ad aver imposto un cambio di rotta e un ridimensionamento delle ambizioni gastronomiche dell'hotel. Il che significa soprattutto rinunciare alla supervisione dello chef pluridecorato nonostante la riconoscenza e la stima per il lavoro condotto finora. E adattare formula (e prezzi!) alle sopraggiunte esigenze di mercato. I due infatti resteranno legati da interessi comuni nel mondo del vino: l'imprenditore bordolese possiede una quarantina di pregiati domaine, di cui Robuchon si è fatto ambasciatore nel mondo.

Al ristorante invece si cercherà di contenere i danni: le stime parlano di una perdita che si avvicina ai due milioni di euro. Solo una quindicina dei 40 coperti del ristorante continueranno a essere dedicati al servizio gourmet, mentre in sala sarà proposto un menu alla carta per spesa media tra i 40 e 60 euro (fino a oggi il menu degustazione costava 285 euro). E tristemente, Magrez ammette la cruda verità: in questo contesto economico non esiste a Bordeaux un investitore in grado di sostenere gli sforzi necessari per far crescere un'insegna di alta ristorazione e puntare alle tre stelle. Pur potendo contare sul traino di uno chef conosciuto e apprezzato come Joel Robuchon, che dal canto suo non rilascia dichiarazioni. Mentre si rincorrono le voci sulla cattiva gestione dell'impresa sin dal suo esordio. Tutto il mondo è paese?

 

a cura di Livia Montagnoli

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