Le notizie sulla rete si accavallano, ma quel che è certo è che i ristoranti di Holborn e Chiswick (a Londra) e quello di Winchester della catena Union Jacks che Jamie Oliver ha dedicato alla classica cucina britannica, saranno chiusi con effetto immediato. Colpa della crisi, sostengono le comunicazioni ufficiali: “After a full review it was concluded that these businesses were no longer sustainable in the current challenging climate”, si legge. Unico superstite quello di Covent Garden. Tutto nella norma. Sono migliaia le attività, soprattutto quelle legate alla ristorazione, che in questi ultimi anni hanno dovuto abbassare le saracinesche. Eppure un dubbio sorge. È veramente colpa della crisi? O la situazione economica è solo stata usata come pretesto per nascondere un'altra possibile ipotesi: il pubblico britannico preferisce la cucina italiana a quella di casa. Il dubbio nasce da un dettaglio, quello relativo alla sorte che toccherà ai dipendenti dei tre locali chiusi. La società dello chef inglese assicura che non verranno abbandonati, ma che saranno assorbiti da un'altra catena della stessa proprietà, che al momento conta 35 ristoranti sparsi per il mondo e due nuove aperture in cantiere. Si tratta della famosa Jamie’s Italian. È infatti recente la notizia riguardo i due nuovi ristoranti che dovranno aprire a Newcastle e a Stoccolma per complessivi nuovi 120 posti di lavoro. A ben guardare l'impressione è che si abbandoni la barca che affonda per spostarsi su quella che galleggia. Anche perché, sempre secondo le dichiarazioni pubbliche di Jamie Oliver, i progetti futuri guardano alla realizzazione e alla diffusione di nuovi format dedicati alla ristorazione tipica, in particolar modo ispirati alla trattoria. Italiana, ovviamente.