Il gestore dell'hotel Union a Folgarida, in Trentino, è stato condannato a fare "servizio alla comunità" per 80 giorni dopo che 130 ospiti sono stati avvelenati da un pasto, in particolare dall'insalata di riso, servito nella struttura turistica. L'imputato, titolare della società che gestisce l'hotel, ha affrontato l'accusa di aver distribuito alimenti contaminati, causando gravi disturbi gastrointestinali a numerosi ospiti, inclusi studenti e docenti.
L'insalata di riso contaminata
Il caso ha scatenato una serie di controversie quando è emerso che il cibo servito nell'hotel conteneva batteri dannosi per la salute, tra cui lo Staphylococcus aureus e il Bacillus cereus. Questi agenti patogeni hanno causato un'epidemia che ha coinvolto ben 130 persone, molte delle quali hanno dovuto ricorrere al pronto soccorso di Trento e Cles per ricevere cure mediche.
I fatti si sono verificati in due occasioni distinte tra il 28 gennaio e il 9 febbraio 2020, creando un'urgente situazione di emergenza che ha richiesto persino l'allestimento di un ospedale da campo davanti all'hotel per assistere gli ospiti colpiti dall'intossicazione.
La guerra dei rimborsi
La struttura, per cercare di risarcire le vittime, ha emesso un assegno di 230 euro per ciascun ospite colpito dai disturbi gastrointestinali durante il loro soggiorno in Trentino. Tuttavia, questo importo è stato considerato insufficiente da parte delle vittime e dei loro rappresentanti legali. Durante l'udienza tenutasi a Trento due giorni fa, gli avvocati delle parti civili, rappresentanti 35 delle 130 vittime, hanno insistito affinché il gestore dell'hotel fosse inserito nel programma di servizio alla comunità solo a condizione che risarcisse adeguatamente le parti civili danneggiate.