Parità di genere. Intervista a Camilla Nesbitt

23 Mag 2022, 10:55 | a cura di
Per la rubrica promossa dalla Fondazione Gambero Rosso e dedicata alla parità di genere, abbiamo intervistato Camilla Nesbitt produttrice cinematografica e founder di Valsecchi la Taodue Film, con cui ha prodotto numerosi film e serie tv di successo nazionale e internazionale.

La Fondazione Gambero Rosso, creata con lo scopo di dare attenzione e risalto ai temi di ordine sociale e della ricerca, porta avanti questa rubrica dedicata alle donne, non tanto perché crediamo nelle quote rosa ma perché è fondamentale parlare e sensibilizzare sulla parità di genere. Ed è altrettanto fondamentale farci portavoce di donne che hanno raggiunto importanti obiettivi nel proprio settore. Qui l'intervista a Camilla Nesbitt, produttrice cinematografica e founder di Valsecchi la Taodue Film.

Intervista a Camilla Nesbitt

Nella sua esperienza lavorativa quali sono stati gli ostacoli ha dovuto affrontare in quanto donna?

Gli ostacoli che ho affrontato sono stati tanti, come per molte donne che lavorano e hanno lavorato in settori fino a poco tempo fa fortemente maschili. Spesso accade che le idee brillanti di noi donne non appaiano così brillanti come quando provengono da una voce maschile. Per fortuna ho avuto degli esempi davanti che mi hanno ispirato e spronato a non arrendermi, come Marina Cicogna, produttrice e vincitrice di un Oscar per “Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto”.

In quale modo è riuscita a superarli e a raggiungere il suo attuale incarico?

La chiave di tutto è la passione che ho per questo mondo. Di fronte ai vari ostacoli ho sempre cercato di tenere a mente perché ho scelto questo lavoro e la risposta è che non avrei potuto né voluto fare altro; quindi, mi sono rimboccata le maniche e sono andata avanti.

Nel suo attuale ruolo quali leve gestionali sta utilizzando per facilitare il mondo femminile?

Mi piace lavorare con le donne, condividere idee e ascoltare i loro punti di vista. Credo anche che sia importante la solidarietà femminile, per questo cerco di capire i bisogni inespressi delle donne con cui lavoro e di supportarle per come mi è possibile.

Quali proposte o modifiche proporrebbe alle autorità di governo per accelerare il raggiungimento della parità?

Non credo che leggi e regole siano l’unica cosa che serve per raggiungere questo obiettivo; credo che ancora più importante sia creare le condizioni culturali per un cambio di paradigma.

Quali modalità e quali formule suggerisce per sensibilizzare e rendere consapevole il mondo maschile di questo gap? Un gap che, peraltro, ha conseguenze anche sul Pil.

Come dicevo prima, credo che la cosa da fare sia lavorare su un mutamento di percezione a livello sociale del ruolo della donna e la rappresentazione dei personaggi femminili nelle serie tv o nei film può aiutare a questo scopo. Ad esempio, una cosa concreta che ho sempre fatto e penso sia molto importante, è proporre dei modelli di donne volitive e determinate nelle fiction che ho prodotto: commissarie come la Scalise interpretata da Isabella Ferrari in Distretto di Polizia o Claudia Mares interpretata da Simona Cavallari in Squadra Antimafia, che ho spinto perché rappresentassero delle normali donne che lavorano nel modo di agire, nel radicamento ai valori familiari e professionali e anche nel look.

Quale messaggio o consiglio si sente di dare alle donne che hanno capacità e desiderio di emergere, in particolare a quelle che stanno ancora lottando e alle giovani generazioni?

Sicuramente credere in sé stesse ispirandosi a modelli reali di donne che ce l’hanno fatta e negli ultimi anni sono sempre di più le figure che nel cinema, nelle arti, nella scienza e nell’economia hanno raggiunto grandi risultati.

Ci racconti un aneddoto (positivo o negativo) di una delle sue esperienze sul tema.

Non ho aneddoti particolari, se non il ricordo di come mi emozionavo e mi appassionavo da bambina leggendo di una donna forte e coraggiosa come Oriana Fallaci: credo che sia stato uno dei motivi che mi ha spinto ad andare avanti e a lottare per fare quello che mi piaceva.

 

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