Il latte che il corpo femminile produce i primi giorni dopo il parto si chiama colostro. Vale per tutte le mamme, anche quelle del mondo animale: aiuta a produrre anticorpi, proteine antimicrobiche, fornisce importanti nutrienti a tutti i neonati. Un concentrato di salute, che è diventato famoso anche tra gli adulti: negli States, diverse aziende hanno iniziato a vendere il colostro di mucca come integratore per le persone, spacciandolo per un regolatore naturale del sistema immunitario.
La moda del colostro negli Stati Uniti
Tutto vero, se non fosse per un dettaglio: per essere consumato dagli esseri umani, il colostro viene congelato, pastorizzato e ridotto in polvere, perdendo così gran parte dei suoi effetti benefici. Oltre al fatto che, attualmente, la ricerca è ancora all'inizio e non si possono escludere rischi. Senza toccare l’aspetto etico (davvero abbiamo bisogno di togliere anche il colostro ai vitellini per un pieno di energia?), da un punto di vista pratico questa abitudine potrebbe non essere molto vantaggiosa.
Pillole, polvere, clistere: può essere assunto in diversi modi il colostro bovino, e in uno studio condotto su 160 bambini che soffrivano di diarrea frequente, si è dimostrato effettivamente utile per ridurne i sintomi. Sembrerebbe, infatti, avere proprietà miracolose per il sistema gastrointestinale, riducendo problemi di digestione e rendendo le pareti dell’intestino più impermeabili. Sono diverse le ricerche sul tema, ma non ci sono ancora prove sufficienti per comprendere quanto sia utile questo prodotto, e se valga davvero la pena iniziare una produzione massiccia.
Serve più ricerca
Si tratta, in natura, di un elemento necessario ai neonati, non agli adulti. Come riportato dal New York Times, gli esperti statunitensi fino a oggi hanno affermato di avere solo delle prove limitate. Il dottor Per Sangild, professore di pediatria comparata e nutrizione all’Università di Copenaghen, ha dichiarato che non solo potrebbe rivelarsi poco efficace per gli adulti, ma anche controproducente, smorzando la risposta immunitaria. «Non sappiamo cosa potrebbe succedere dopo tre, quattro settimane, sei mesi» ha spiegato Sangild, che sottolinea la necessità di studi supplementari.
Inoltre, il calore utilizzato nella fase di sterilizzazione elimina alcune delle componenti benefiche del prodotto. Anche Nate Wood, professore di medicina e ricercatore, ha confermato a Today i dubbi del collega. Non si possono, insomma, escludere rischi: «Il colostro bovino contiene un fattore di crescita specifico chiamato IGF-1» ha detto Wood, «precedenti ricerche hanno dimostrato che questo fattore può stimolare la crescita di specifici tipi di cancro, come quello alla prostata o al seno».