Per noi italiani non è una novità. Da generazioni, moltissime famiglie si riuniscono nel mese di agosto per preparare passata di pomodoro, conserve e confetture che possano preservare i profumi dell’estate anche in inverno. Ma negli Stati Uniti, soprattutto grazie ai social network, quella del canning, l’arte di creare conserve, è diventata una vera ossessione.
Chi sono i rebel canners, gli inscatolatori ribelli degli States
Sono già diversi anni che le conserve casalinghe spopolano tra gli americani, una tendenza accelerata ancora di più dalla pandemia, che ha portato molte persone a riscoprire la bellezza del “fatto in casa”. Naturalmente, chi vuole poi cimentarsi nella vendita dei barattoli deve seguire le rigide (e necessarie) norme di sicurezza stabilite dal Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti. Controversi, trasgressivi, irriverenti, i rebel canners, gli inscatolatori ribelli che cucinano secondo le proprie regole, hanno deciso di portare avanti le tradizioni familiari senza curarsi delle raccomandazioni del governo. Per loro – come dichiarano sul nutrito gruppo Facebook – l’importante è avere sufficienti scorte in dispensa per l’inverno: tra i membri del gruppo ci sono veri personaggi, dagli hippie che guardano con sospetto l’industria alimentare ai cospirazionisti che attendono la fine del mondo preparando provviste per una nuova pandemia. Ciò che li accomuna tutti è la convinzione che le regole stabilite dal governo non siano necessarie.
Fare conserve senza seguire le norme di sicurezza
Tra le varie raccomandazioni del Dipartimento di Agricoltura, c’è per esempio quella di inscatolare sotto pressione alimenti a basso contenuto acido, come carne o fagiolini. La pentola a pressione può far arrivare l’acqua e temperature più elevate rispetto a quella canonica, ed eliminare più facilmente i batteri pericolosi. Ogni inscatolatore ribelle, poi, sceglie la sua strada: c’è anche chi, contro ogni indicazione (e buon senso), sceglie di conservare prodotti caseari come latte, panna acida e formaggio, nonostante i rischi siano molto alti. E i barattoli dei ribelli sono moltissimi: Milissa Chapman, che vive tra le montagne di Selkirk, dice di riuscire a conservare fino a 2mila vasetti l’anno, continuando a seguire i procedimenti tramandati dalla nonna, contadina texana al tempo della Grande Depressione. È lei a guidare il gruppo dei ribelli su Facebook da oltre dieci anni, spazio virtuale che oggi comprende centinaia di migliaia di membri. Una moda che nel tempo ha raccolto diverse critiche da parte di altri utenti, ma la Chapman ha le idee chiare in merito e sa come difendersi dagli attacchi. E guai a definirla contro la scienza, “noi ribelli non facciamo nulla di folle. Seguiamo metodi scientifici, solo che li adattiamo alle nostre ricette. Quelli del governo non solo gli unici sistemi fattibili. I ribelli sono il futuro delle conserve casalinghe perché ne rispettano il passato”.