Mangiare insalata in busta. Quali sono i rischi? Parla l'esperto

13 Set 2024, 14:50 | a cura di
Dopo il richiamo di numerosi lotti di insalata iceberg in Italia, abbiamo fatto delle domande all'esperto di nutrizione, il professore Luca Piretta che ha sfatato alcuni miti sull'insalata in busta

Il ministero della Salute ha fatto scattare il richiamo per la presenza di listeria in alcune buste di insalata iceberg di quasi venti marchi italiani: Vivinatura, Tres Bon, Torre in Pietra, Tornese, Sigma, Selex, Polenghi, Ortoromi, Ortofresco pulito, Natura è, Mi Mordi, Latte Francia, Il mio orto, Il Castello, Colline Verdi, Ciro Amadio, Centrale del latte, Alifresh, Foglia Verde Eurospin. L’invito al consumatore è quello di riconsegnare il prodotto nel punto vendita in cui è stata acquistato.

Listeria, cos’è

«La listeria è un batterio molto diffuso nell’ambiente che tende a contaminare prevalentemente gli alimenti e ha una grossa resistenza a temperatura e acidità ed è per questo che risulta facile che possa contaminare alimenti», spiega Luca Piretta, nutrizionista e medico specialista in gastroenterologia ed endoscopia digestiva, professore presso l’Università Campus Biomedico di Roma; «La contaminazione avviene fra prodotti lavorati come carne, insaccati, formaggio prevalentemente a pasta molle e nell’ambito del vegetale fra le insalata». Questo succede perché: «il batterio può proliferare quando ci troviamo davanti a verdure crude contaminate in partenza e conservate, è proprio la conservazione che poi fa proliferare i batteri e una carica elevata può creare infezione dopo l’ingestione».

Cosa provoca la listeria

«I sintomi compaiono dopo poche ore dall’assunzione dell’alimento contaminato e l’infezione può non provocare nulla, se la carica batteria è bassa, oppure febbre e gastroenteriti. Questo in soggetti sani», spiega Piretta, in soggetti «fragili, immunodepressi o con malattie debilitanti o soggetti sotto terapie, il batterio può superare la barriera intestinale e provocare effetti più gravi come le meningiti o interruzioni di gravidanza, in donne in stato interessante».

Insalata in busta: è sicura?

Sfatiamo subito un falso mito: l’insalata in busta non va lavata, come spiega Piretta: «L’insalata in busta viene già lavata e selezionata in condizione di igiene e l’imbustamento viene fatto in ambiente sterile». La contaminazione in uno stabilimento di produzione può avvenire, ma i casi sono molto rari: «La contaminazione è facile, essendo la listeria uno di quei batteri ubiquitari, sta sulle superfici e in uno stabilimento può succedere una disattenzione: mani non lavate bene, guanti appoggiati su una superficie contaminata e poi rindossati, un tavolo non pulito correttamente, un operatore che non ha fatto corretta igiene della mani, oppure si è lavato ma poi si è toccato al faccia, questi eventi accadono molto raramente, le filiere igieniche sono ultra attente».

Insalata in busta o fresca?

Come spiega Piretta: «non c’è differenza», quella in busta è stata già tagliata e lavata per noi e non contiene conservanti. Anzi, specifica il professore: «Come spesso succede a causa del bombardamento dei media, queste notizie (richiamo prodotti, ndr.) non devono spaventare il consumatore, a quel punto per timore si innesca un nuovo meccanismo, quello del rifiuto di consumare frutta e verdura, che è anche grave». La contaminazione da listeria può avvenire in casa, Piretta fa un esempio: «È la manipolazione dell’alimento che facilita la contaminazione, anche se hai insalata fresca e magari la lavi e poi la la conservi, la proliferazione può. Il rischio è analogo se ci troviamo davanti a prodotti già contaminati in partenza».

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