La situazione economica non è certo rosea. Aumentano le tasse e calano gli acquisti. E gli italiani corrono ai ripari, o, piuttosto, negli hard discount. È questa la fotografia che la CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, ha scattato sulla base delle ultime rilevazioni Istat riguardo l'andamento dei consumi e degli aspetti della vita quotidiana del primo semestre 2013. I numeri parlano chiaro: i consumi sono in calo di un ulteriore 4%. Gli acquisti per il cibo negli ultimi cinque anni hanno perso costantemente 'pezzi', lasciando per strada in media 2,5 miliardi di euro l’anno. I problemi del Paese hanno costretto gli italiani a rivedere il budget destinato all’alimentazione, che oggi ammonta a 117 miliardi di euro complessivi, ovvero il 9,6% in meno dal 2008. Stando alle rilevazioni CIA, per risparmiare, il 65% delle famiglie compara i prezzi con molta più attenzione, mentre il 53% gira più di un negozio alla costante ricerca di sconti, promozioni e offerte speciali. Le grandi confezioni o “formati convenienza” sono invece la scelta del 42% delle famiglie intervistate.
A fare le spese di questa situazione sono anche i grandi brand, il 32% li abbandona per marche sconosciute, private label e prodotti di primo prezzo. Si torna a casa, quindi, e alle vecchie abitudini ormai dimenticate dei nonni. Non si butta niente, o il meno possibile. Lo fa una famiglia su quattro (24%) che ricomincia a fare cucina di recupero con gli avanzi del giorno prima. Poi ci sono le scelte drastiche del 16% delle famiglie che rinunciano del tutto a pranzi e cene fuori dalle mura domestiche, addio quindi a ristoranti, trattorie e tavole calde, ma anche a fast-food e pizzerie.
Si torna, quindi, a 'fare economia' e si imposta la cucina casalinga per ridurre al minimo gli sprechi, aumenta l'ingegno per recuperare gli avanzi, si rispolverano antiche ricette come la frittata di maccheroni, ma si va a intaccare un segmento trainante per l'economia italiana come quello agroalimentare ed enogastronomico, fiore all'occhiello dell'Italia all'estero, ma in grave pericolo per quanto riguarda l'Italia.