Proteggersi dalla grandine con la tecnologia. È la strada che stanno tentando i vignerons in Borgogna visti gli andamenti climatici devastanti degli ultimi anni. Per correre ai ripari, pochi mesi fa, è nata l'associazione regionale per lo studio e la lotta contro i problemi atmosferici (Arelfa) che oggi propone una soluzione di difesa hi-tech: installare dei generatori a terra che creano delle minuscole particelle di ioduro d’argento o di acetilacetone di rame capaci di salire fino alle nuvole, bloccando la formazione dei chicchi di grandine, e riducendo così la ferocia delle tempeste di grandine almeno del 50%. La prima ipotesi era di utilizzare i razzi antigrandine, ma l'idea è stata scartata per non deturpare troppo il territorio che - ricordiamo - è stato candidato a diventare Patrimonio Unesco. Per il sistema dei generatori a terra, l'associazione prevede di installarne 34 entro il mese di maggio: uno ogni 10 chilometri dalla Côte de Beaune alla Haut - Côte de Beaune, dalla Côte Chalonnaise a Couchois, iniziando così col proteggere 9 mila ettari di vigneti. A quanto ammonta l'investimento? 100 mila euro (ovvero circa 11 euro ad ettaro) che dovrebbe ricadere sugli stessi vignerons. A meno che, fanno sapere dall'associazione, non intervengano delle società esterne, come ad esempio le compagnie di assicurazione.
a cura di Loredana Sottile
Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri. Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. E' gratis, basta cliccare qui.