Miele, zucchero e mandorle tostate, aromatizzati con cannella e chiodi di garofano e lavorati insieme per ottenere un goloso torrone; che sia ricoperto di zucchero in grani o cacao amaro (la due varianti disponibili), il torrone di Bagnara Calabra in provincia di Reggio Calabria conferma la fortunata consuetudine italiana con la tradizione dolciaria di un prodotto tipico declinato in moltissime varianti regionali, spesso apprezzata oltreconfine. E a breve, il prodotto di punta di questa piccola cittadina affacciata sul Mar Tirreno, conquisterà a tutti gli effetti il marchio IGP, in virtù dell’approvazione della Commissione UE per la registrazione di indicazione geografica protetta, in vigore dalla prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Il torrone, vanto della produzione artigianale calabra (a dir la verità per nulla avara di dolci realizzati nel rispetto di antiche tradizioni con ingredienti di qualità), va così ad incrementare il numero di prodotti alimentari italiani presenti nel Registro UE, che ne conta 1200, molti espressione del nostro territorio, detentore del primato tra gli stati membri. Un dolce di cui è stato riconosciuto l’interesse del peculiare processo produttivo, una cottura sul fuoco vivo ad alte temperature che gli conferisce il caratteristico gusto brulè, e da oggi – grazie alla normativa di tutela comunitaria –protetto dal pericolo di imitazioni e falsi.
Intanto anche la Spagna guadagna una nuova IGP, con l’ammissione al Registro del prosciutto Jamòn de Seròn, ottenuto da razze suine selezionate per la grossa stazza e poi stagionato per sedici mesi con un processo di asciugatura naturale (reso possibile dal clima secco della regione), che favorisce la diffusione del grasso tra le fibre muscolari rendendo il prodotto dolce all’assaggio, ma particolarmente intenso.