Il programma
Andrea Berton, Philippe Léveillé, Isabella Potì. Tutti e tre hanno fatto della cucina di ricerca la loro missione di vita, ma ognuno ha scelto di interpretare il mondo del cibo in maniera diversa, dipingendone una sfumatura ben precisa a seconda del proprio estro. Friulano il primo, bretone il secondo, un connubio tra Polonia e Salento la terza. Eppure, a partire dal 20 novembre 2018 questi tre professionisti avranno qualcos'altro in comune, oltre all'amore per la buona tavola. Stiamo parlando, infatti, dei giudici del nuovo programma in onda su Rai2, Il ristorante degli chef, format ideato da Nonpanic a metà tra talent e reality show che vede sfidarsi dieci aspiranti cuochi, in gara per un posto all'interno della prestigiosa scuola di cucina Alma.
Come funziona
Un altro Masterchef? Non proprio, perché la location è ben diversa. Ci sono ancora una volta i banconi dietro i quali destreggiarsi per sfoggiare la propria creatività, ma c'è anche un bistrot con tanto di clienti, per mettersi alla prova con un vero servizio. Il programma – versione italiana di “Kitchen Owners – Duenos de la Cocina”, prodotto dall'argentina Telefe – è quindi una sorta di punto di congiunzione tra Masterchef e Hell's Kitchen, che oltre alla tecnica valuta anche la capacità di costruire un menu, gestire la brigata e fare la spesa. Nel bistrot, i giudici assegneranno di volta in volta il tema del menu, che dovrà essere proposto a consumatori comuni e volti noti del mondo dello spettacolo. Ma chi sono i giudici de Il ristorante degli chef? Ecco i loro profili.
I giudici
Chi è Andrea Berton?
Friulano, classe 1970, inizia la sua avventura culinaria a Milano nella brigata di Gualtiero Marchesi. La sua formazione prosegue nei migliori ristoranti del mondo: prima da Mossiman’s a Londra, poi all’Enoteca Pinchiorri a Firenze, e infine al Louis XV di Montecarlo sotto la guida di Alain Ducasse. Fino a che, nel '97, guadagna la sua prima stella alla Taverna di Colloredo di Monte Albano. Qui ci rimane fino al 2001, quando torna da Marchesi come executive chef del gruppo. È solo l'inizio, a cui seguono, in ordine, cronologico la collaborazione con il Ristorante di Piazza della Scala, la seconda Stella, le Tre Forchette, i Tre Cappelli. Ci sono poi l'apertura, con un gruppo di soci, di Pisacco Ristorante e Bar e Dry Cocktail&Pizza. E l'inaugurazione del Ristorante Berton, dove finalmente lo chef può presentare la sua cucina, contraddistinta da piatti fatti di pochi ingredienti, perfettamente calibrati fra loro, e dall'ineccepibile esecuzione.
Tre Forchette, 91 punti guida Ristoranti d'Italia 2019.
Chi è Philippe Léveillé?
Bretone di Nantes, classe 1963, esperienze in Francia, Brasile, Montecarlo, Stati Uniti, Martinica, da 30 anni o giù di lì in Italia. E nelle cucine del Miramonti l'Altro. Tutto comincia sul finire degli anni '70, quando la famiglia Piscinidecide di affiancare al Miramonti, aperto negli anni '50 a Caino nel bresciano, un secondo ristorante più piccolo, a Concesio. La chiamano, semplicemente, Miramonti l'Altro. Nel '92 al Miramonti di Caino arriva Philippe Léveillé, che inizia a reimpostare la cucina del locale, introducendo i primi piatti di mare e dando nuova linfa al menu. Due anni dopo, poi, passa al ristorante di Concesio, dove fonde la sua arte culinaria di stampo francese alla tecnica e la bravura di Mary Piscini. Un professionista di rango che nel tempo ha poi raggiunto la notorietà anche grazie alla televisione, ma soprattutto con la sua cucina golosa e intensa, ricercata e profonda.
Tre Forchette, 90 punti guida Ristoranti d'Italia 2019.
Chi è Isabella Potì?
Può da pochi giorni sfoggiare il suo primo macaron, il ristorante Bros di Lecce, tempio del gusto nel cuore del Salento quest'anno riconosciuto con la prima Stella Michelin. Grazie a una proposta minimalista, essenziale ed elegante, basata su pochi sapori, quelli giusti, e l'intenso legame con il territorio circostante. Ma anche – ne siamo certi – per la validissima offerta di dolci, perfette conclusioni di un pasto degno di nota. A realizzarli, la giovanissima Isabella (classe '95), nata e cresciuta a Roma da madre polacca e padre leccese. Nonostante l'età, il suo è un curriculum di tutto rispetto: Claude Bosi a Londra, Martin Berasategui e Paco Torreblanca in Spagna e poi appunto da Bros con Floriano Pellegrino, compagno di lavoro e di vita. Una serie di esperienze significative che hanno lasciato in lei la voglia continua di sperimentare, il senso dell'estetica, il gusto dell'equilibrio e un amalgama di culture e influenze diverse da cui trarre ispirazione. La sua avventura al Bros comincia a fine 2015 ed è subito un gran successo, tanto da farla inserire, nel 2017, nella lista Forbes 30 Under 30.
Due Forchette, 81 punti guida Ristoranti d'Italia 2019.